Emergenza criminalità, i Giovani Democratici: «Organizziamo una grande fiaccolata»
La nota del gruppo giovanile del Partito Democratico
mercoledì 24 novembre 2021
11.51
In città si sta sollevando un dibattito pubblico sulla questione legalità e sicurezza. Stiamo registrando una crescente paura nei cittadini, giovani e non, che non riescono più a vivere a pieno la propria città.
Non bisogna confondere le politiche di sicurezza urbana con le politiche di prevenzione della criminalità, soprattutto per evitare di confondere le politiche di sicurezza con le politiche di rassicurazione. Le politiche di sicurezza urbana si occupano prevalentemente della sicurezza personale come problema sociale. L'insicurezza personale, infatti, è un fattore in crescita negli ultimi anni, in tutte le città, e deriva in particolare dalla percezione dello spazio pubblico come luogo da cui proviene il pericolo. I fenomeni che alimentano questo senso di insicurezza personale hanno a che fare, profondamente, con lo spazio pubblico. La povertà e la marginalità sono l'humus entro cui gli atti contrari al vivere civile prendono forma. Combattere l'insicurezza vuol dire quindi combattere prima di tutto questi fenomeni e la nostra Amministrazione comunale su questo investe energie e risorse.
La marginalità sociale e la povertà si curano prima di tutto con il lavoro, con politiche serie di integrazione e sostegno, in una collettiva assunzione di responsabilità. Si curano attraverso l'apporto irrinunciabile dei nostri servizi sociali. Per questo l'amministrazione si sta muovendo per rafforzare le unità di strada, con l'obiettivo di individuare e contrastare sempre più ogni situazione che possa portare alla frustrazione personale e quindi sfociare nella violenza.
Siamo poi convinti anche di un'altra cosa: in città è necessario creare sempre maggiori luoghi di collettività, partendo dalle periferie per arrivare al centro. Siamo convinti che la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza passano attraverso la riaffermazione della coesione sociale da un lato e la promozione della qualità della vita dall'altro.
Ora ci metteremo in contatto con l'amministrazione per organizzare una grande fiaccolata per far capire che lo Stato c'è e che alle chiamate di responsabilità noi rispondiamo. Se le manifestazioni non risolvono niente, figuriamoci l'indifferenza.
Non bisogna confondere le politiche di sicurezza urbana con le politiche di prevenzione della criminalità, soprattutto per evitare di confondere le politiche di sicurezza con le politiche di rassicurazione. Le politiche di sicurezza urbana si occupano prevalentemente della sicurezza personale come problema sociale. L'insicurezza personale, infatti, è un fattore in crescita negli ultimi anni, in tutte le città, e deriva in particolare dalla percezione dello spazio pubblico come luogo da cui proviene il pericolo. I fenomeni che alimentano questo senso di insicurezza personale hanno a che fare, profondamente, con lo spazio pubblico. La povertà e la marginalità sono l'humus entro cui gli atti contrari al vivere civile prendono forma. Combattere l'insicurezza vuol dire quindi combattere prima di tutto questi fenomeni e la nostra Amministrazione comunale su questo investe energie e risorse.
La marginalità sociale e la povertà si curano prima di tutto con il lavoro, con politiche serie di integrazione e sostegno, in una collettiva assunzione di responsabilità. Si curano attraverso l'apporto irrinunciabile dei nostri servizi sociali. Per questo l'amministrazione si sta muovendo per rafforzare le unità di strada, con l'obiettivo di individuare e contrastare sempre più ogni situazione che possa portare alla frustrazione personale e quindi sfociare nella violenza.
Siamo poi convinti anche di un'altra cosa: in città è necessario creare sempre maggiori luoghi di collettività, partendo dalle periferie per arrivare al centro. Siamo convinti che la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza passano attraverso la riaffermazione della coesione sociale da un lato e la promozione della qualità della vita dall'altro.
Ora ci metteremo in contatto con l'amministrazione per organizzare una grande fiaccolata per far capire che lo Stato c'è e che alle chiamate di responsabilità noi rispondiamo. Se le manifestazioni non risolvono niente, figuriamoci l'indifferenza.