Emergenza Covid, il timore dei fotografi: «Chiuderemo l'anno in passivo»

La categoria chiede l'intervento del Governo

giovedì 15 ottobre 2020 10.11
L'emergenza legata all'incremento di casi di positività al coronavirus ha portato all'aumento delle restrizioni per evitare i contagi. Il timore di un nuovo lockdown è sempre più incombente soprattutto per le attività produttive e i professionisti che sarebbero ulteriormente penalizzati da una nuova misura così drastica .Ci sono categorie che già risento delle prime restrizioni, del ridimensionamento di alcune attività, delle iniziative adottate a contenimento dell'emergenza. Sono le categorie che legano la propria attività agli eventi e alle cerimonie.

Per questo l'Associazione Fotografi e Videografi Professionisti, prendendo atto delle ultime direttive del DPCM del 13 ottobre, lamenta la propria preoccupazione per il futuro delle proprie attività.

«Consapevoli che tale emergenza potrebbe protrarsi, anche in conseguenza di decisioni delle Presidenze delle Regioni con altri provvedimenti restrittivi per tutte le categorie che svolgono attività legate al mondo delle Cerimonie, e constatando che si stanno creando già situazioni di instabilità e incertezza economica e psicologica, chiede a S. E. e a tutte le Istituzioni, una maggiore attenzione per le categorie Foto/Video legate al mondo delle cerimonie già, fortemente, penalizzate dal passato lockdown che aveva portato una profonda crisi del settore» scrivono i fotografi, tra cui anche il coratino Niccolò Testino in una missiva indirizzata al presidente del consiglio dei ministri.

«Pertanto, visti i pochissimi ricavi, legati a rinvii al 2021 di moltissime cerimonie programmate per il 2020, e l'annullamento di quelle di questi giorni, conseguenti il DPCM in oggetto, la nostra categoria, che sarà sicuramente penalizzata a stipulare contratti futuri, chiuderà, sicuramente, l'anno fiscale in passivo» continuano.

E concludono: «Afvp fa presente, inoltre, che l'indotto legato al mondo delle Foto/Video-Cerimonie, conta migliaia di addetti che, purtroppo, non potranno far fronte nè al pagamento di finanziamenti in itinere, nè a pagare le pigioni dei locali, nè a pagare i collaboratori regolarmente assunti e nè a onorare le scadenze fiscali future».