Ecco la “Tavola della Speranza”: Despar Centro-Sud annulla le differenze sociali
L’inclusione sociale e la solidarietà sono i motori dell’iniziativa giunta al suo quinto anno
sabato 21 dicembre 2019
10.11
Una cena all'insegna della solidarietà e della fraternità, per azzerare le differenze sociali e consentire a chiunque di poter sedere a tavola con amici e familiari durante le festività natalizie. Si è svolta nella serata di ieri la consueta "Tavola della Speranza", presso la Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore di Corato. L'appuntamento, giunto ormai al suo quinto anno, è tra i più attesi del calendario di iniziative natalizie promosse da Despar Centro - Sud, in collaborazione con la Caritas.
Sono l'inclusione sociale e la solidarietà i motori di un'iniziativa che, nel rispetto delle differenze religiose e delle abitudini culturali di ciascuno, ha avuto riguardo nel garantire un menù studiato appositamente per le varie etnie degli ospiti, nel pieno spirito della condivisione e dell'armonia. «È un segno di condivisione e fratellanza, ma soprattutto di un nuovo modo di pensare – ha dichiarato Don Gianni Cafagna, responsabile della Caritas di Corato – Aiutare chi è più svantaggiato, chi è più bisognoso, chi è più fragile: dovrebbe essere questo, oggi, l'imput per migliorare la vita sociale».
Per una sera, le condizioni di indigenza e di difficoltà economica hanno lasciato il posto ai sorrisi e alla convivialità: «Bisogna cercare i punti di contatto e di unione che uniscono tutti i popoli a dispetto delle etnie, delle culture e delle religioni che spesso ci hanno divisi – ha spiegato il direttore responsabile di Despar Centro – Sud, Pippo Cannillo – Cosa c'è di più comune a tutti se non la tavola, la famiglia, la voglia di stare insieme?»
Sono l'inclusione sociale e la solidarietà i motori di un'iniziativa che, nel rispetto delle differenze religiose e delle abitudini culturali di ciascuno, ha avuto riguardo nel garantire un menù studiato appositamente per le varie etnie degli ospiti, nel pieno spirito della condivisione e dell'armonia. «È un segno di condivisione e fratellanza, ma soprattutto di un nuovo modo di pensare – ha dichiarato Don Gianni Cafagna, responsabile della Caritas di Corato – Aiutare chi è più svantaggiato, chi è più bisognoso, chi è più fragile: dovrebbe essere questo, oggi, l'imput per migliorare la vita sociale».
Per una sera, le condizioni di indigenza e di difficoltà economica hanno lasciato il posto ai sorrisi e alla convivialità: «Bisogna cercare i punti di contatto e di unione che uniscono tutti i popoli a dispetto delle etnie, delle culture e delle religioni che spesso ci hanno divisi – ha spiegato il direttore responsabile di Despar Centro – Sud, Pippo Cannillo – Cosa c'è di più comune a tutti se non la tavola, la famiglia, la voglia di stare insieme?»