Dolore, malinconia e speranza, "Figli di Madre Terra" mette in scena la lotta contro il mostro Xylella

Oggi anteprima del cortometraggio di Francesco Martinelli e Michele Pinto in presentazione della conferenza "Xylella e danni dal gelo: vecchie e nuove sfide dell'olivicoltura pugliese"

venerdì 11 maggio 2018 21.17
A cura di Aldo Diaferia
"Tu sei nemica scoperta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere tue; che ora c'insidi ora ci minacci ora ci assalti ora ci pungi ora ci percuoti ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti; e che, per costume e per instituto, sei carnefice della tua propria famiglia, de' tuoi figliuoli e, per dir così, del tuo sangue e delle tue viscere". Con queste parole il celebre poeta Giacomo Leopardi, nei "Dialoghi della Natura e di un'islandese" si rivolge alla natura matrigna, svelandone la sua indole crudele.

Salento, 2014 – qualcosa di insolito e ancora sconosciuto comincia ad insinuarsi in queste terre, un nuovo male che come un cancro comincia ad espandersi e danneggiare sempre più pesantemente ciò che incontra sul suo cammino. E la sua vittima preferita sembrava essere l'ulivo, simbolo autorevole di quella terra.

Cosa stava accadendo? In molti si saranno posti allora questa domanda, specie chi quegli ulivi li curava da una vita, i contadini, che con sudore e fatica guardano a quegli alberi quasi con lo stesso sguardo di un padre amorevole che ossetvs i propri figli, li cura, gli aiuta a crescere e una volta divenuti maturi, può godersi i frutti di tanta fatica e sacrificio.

Ma questi figli, quei figli della terra, quegli ulivi, cominciavano a presentare segni di decadenza. Le foglie un tempo argentee e splendenti, stavano piano piano cadendo.

Dapprima cominciavano a spogliarsi i rami isolati della chioma, poi intere branche e per finire l'intera pianta.
E se all'inizio il problema era circoscritto ad un piccolo focolaio, in breve tempo le fiamme di questa tragedia hanno divampato, investendo vaste aree dell'agro salentino. Uno scenario raccapricciante. Gli alberi ormai, come un infermo allo stadio avanzato della sua malattia, avevano perso il loro colorito naturale. Ora erano diventati grigi, e quel grigiore dipingeva l'intero paesaggio circostante.

Un dramma, una catastrofe. Ma cosa c'era dietro tanta devastazione? Era chiaro si trattasse di qualcosa di particolarmente grave, pericoloso e forse difficilmente contrastabile, ma cosa? Ed ecco che finalmente venne alla luce l'artefice di questa rovina, il mostro con cui il Salento si trovava a dover fare i conti: La Xylella.

La Xylella, meglio nota come Xylella Fastidiosa è un batterio che vive all'interno del legno e che ostruisce le "vene" in cui scorre la linfa delle piante, facendole seccare. Viene portato da una pianta all'altra da alcuni insettini che pungono le piante per succhiarvi la linfa.

Molti documentari sono stati girati da allora, così come molta cronaca inerente a questo argomento è apparsa sulle pagine dei giornali e nei servizi televisivi, ma per la prima volta, oggi 11 maggio 2018, al cinema Alfieri di Corato, è stato proiettato in anteprima nazionale un cortometraggio che ha saputo dipingere chiaramente con toni drammatici e altamente poetici, questa piaga che affligge le terre salentine ma anche gli animi di chi quelle terre le ha cuore.

Si tratta di "Figli di Madre Terra", il cortometraggio vincitore di sei premi nella sezione Social ai Rome Web Awards 2018, gli Oscar italiani del Web, dello scorso 22 aprile, prodotto e realizzato dal Teatro delle Molliche, in collaborazione con MorpheusEgo, con il patrocinio di Legambiente Puglia.

Scritto e interpretato da Francesco Martinelli, direttore artistico del Teatro delle Molliche, e diretto dal regista Michele Pinto, il cortometraggio "Figli di Madre Terra" è stato girato proprio nel 2014, anno dell'esplosione del caso "Xylella".

Ambientato nel Salento, "Figli di Madre Terra" mette in scena tutto il dramma vissuto da chi ha avuto a che fare da vicino con quel mostro, da chi ha visto la propria terra martoriata e non ha potuto che uscirne sconfitto dalla lotta contro il batterio portatore di morte.

Il protagonista, interpretato da Francesco Martinelli, vive tale disgrazia quasi come fosse un lutto, un lutto capace di straziare intere famiglie. Una delle scene iniziali infatti è ambientata proprio in una chiesa, dove il protagonista si reca per incontrare il padre (interpretato da Alberto Rubini). Entrambi sembrano essere provati al punto da non riuscire nemmeno a parlarsi, segno di una crisi profonda. E nel silenzio inquieto, malinconico i due si lasciano.

Assieme al protagonista, ripercorriamo poi la strada che lo porterà al suo terreno, una strada dalla quale si cominciano a intravedere i primi segni di distruzione dovuti alla Xylella. Con un climax ascendente di devastazione, arriviamo assieme nel cuore della catastrofe. Il terreno del protagonista è dilaniato, uno scenario inquietante che proietta sullo schermo tutta l'atrocità del fenomeno, coinvolgendo emotivamente lo spettatore che non può fare altro se non rassegarsi alla vista straziante di tronchi mozzati, ulivi secolari fatti a pezzi, morenti stretti in una morsa letale. Il protagonista vede metaforicamente incombere su quegli alberi, enormi bestie che come crudeli predatori, li sovrastano, li opprimono facendoli soffocare o giacendo trionfanti sui cadaveti delle loro vittime.

Ma nel dolore, scopriamo tutto l'amore che il protagonista prova per quegli alberi. Essi sono per lui suoi figli, non se ne vuole staccare, li abbraccia, li bacia, li accarezza, si fa fotografare da sua moglie che è li con lui, negli ultimi momenti gioiosi passati in compagnia di quelle creature, quasi come a voler conservare gli ultimi ricordi felici passati assieme. Tutto quel sentimento, così profondo, esplode poi in un idillio amoroso tra il protagonista e sua moglie: "Facciamo l'amore" dice il protagonista alla sua compagna, prima di lasciare quella terra.

"Un uomo nel suo delirio amoroso uno dopo l'altro abbraccia i tronchi mozzati come se in ognuno sentisse un figlio perduto e una morte in anticipo su ogni possibile concepimento" si legge ad un tratto durante il cortometraggio. Nella devastazione e nel dolore, si apre uno spiraglio, quasi a voler sconfiggere quello stato di tristezza. Alla fine del cortometraggio scopriamo che il protagonista e sua moglie proprio in quella terra agonizzante, durante il loro idillio amoroso hanno concepito un bambino che nell'ultima scena vediamo accarezzare gioioso le fronde rivitalizzate degli ulivi. E con questa scena termina il cortometraggio, una scena che lascia una speranza, la speranza di riuscire un giorno a sconfiggere quel mostro chiamato Xylella, e poter riabbracciare gli ulivi, i Figli di Madre Terra.

Ahimè ci rimane solo questa speranza perché l'incubo non sembra essere terminato: ad oggi non sono ancora stati trovati rimedi contro la Xylella Fastidiosa. Al termine della proiezione infatti, la senatrice Angela Bruna Piarulli presente in sala, ha ribadito che attualmente si parla esclusivamente di profilassi di contenimento del batterio.

Ma il problema va affrontato, va dato sostegno a tutti gli agricoltori piegati da questa pesante calamità e d'accordo con le parole pronunciate dal sindaco Massimo Mazzilli al termine della proiezione: "È necessario non strumentalizzare politicamente questo problema ma unire le forze e fare fronte comune perché se si vuole, oggi si potrebbe trovare la soluzione a questo problema".

A "Figli di Madre Terra" va senza ombra di dubbio il plauso per aver sensibilizzato in maniera efficace su questa tematica. In un denso susseguirsi di forti emozioni incalzate dalla colonna sonora prodotta dal maestro Antonio Molinini, il cortometraggio è riuscito a rapire gli spettatori facendoli vivere attraverso lo schermo, il dramma che colpisce le terre salentine. Afferma Francesco Martinelli: "Il terrore che abbiamo provato alla vista di quelle terre lo abbiamo mediato attraverso una forma poetica" e quelle emozioni sono arrivate forte e chiaro coinvolgendo tutti gli spettatori in sala.

E se il barese non sembra ancora essere stato colpito da questo terribile flagello, non dobbiamo di certo rilassarci perché il pericolo incombe. Inoltre le nostre terre anche di recente, hanno dovuto fare i conti con un altro grave problema, le gelate.

"Figli di Madre Terra" infatti è stato presentato in apertura di una conferenza organizzata da Unapol (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli) dal titolo: "Xylella e danni dal gelo: vecchie e nuove sfide dell'olivicoltura pugliese" nel quale numerosi esperti hanno parlato ad una vasta platea dei danni provocati dallo scorso rigido inverno.
DSC JPG © Aldo Diaferia
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