Disastro ferroviario: «Le istituzioni ci hanno letteralmente abbandonato»
La sorella di una delle vittime scrive al presidente Mattarella
venerdì 20 gennaio 2017
17.36
«Ringrazio la Procura per ciò che sta facendo e spero che al più presto si possa conoscere la verità».
La verità è quello che chiede dal primo giorno Anna, la sorella di Maria Aloysi, una delle 23 vittime della strage accaduta lo scorso 12 luglio lungo la tratta Andria-Corato. Lei, e tutti gli altri che in quel maledetto giorno hanno perso su quel treno i propri cari, l'attendono ormai da troppo tempo. «Sono passati più di sei mesi - ci spiega - in cui nessuno ha mosso un dito, solo annunci e nessun fatto concreto».
Anna non si dà pace, vuole sapere come è morta sua sorella. Una battaglia che non smetterà di combattere fino a che non sarà fatta giustizia. Racconta anche delle lettere di confronto che papa Francesco le ha fatto recapitare insieme ad un Rosario benedetto che stringe sempre tra le mani. Non solo, qualche settimana fa ha deciso di scrivere anche al Capo dello Stato, per raccontare a Sergio Mattarella il «dolore che si prova a perdere una persona cara in tali circostanze. Le istituzioni ci hanno letteralmente abbandonato, abbiamo bisogno di sapere come sono morti i nostri cari», si legge nella lettera.
«Ho bisogno di un segnale da parte sua per me e per tutte le famiglie che stanno provando il mio stesso dolore», scrive Anna chiedendo, inoltre, a Mattarella di organizzare un'iniziativa per non dimenticare la strage affinché si continui a parlare di quel giorno; Anna propone di organizzare un incontro per provare a fare delle proposte affinché cose del genere non accadano mai più.
L'appello di Anna è di tenere accesi i riflettori su questa storia perché «chi ha sbagliato deve pagare. Io voglio giustizia per mia sorella».
La verità è quello che chiede dal primo giorno Anna, la sorella di Maria Aloysi, una delle 23 vittime della strage accaduta lo scorso 12 luglio lungo la tratta Andria-Corato. Lei, e tutti gli altri che in quel maledetto giorno hanno perso su quel treno i propri cari, l'attendono ormai da troppo tempo. «Sono passati più di sei mesi - ci spiega - in cui nessuno ha mosso un dito, solo annunci e nessun fatto concreto».
Anna non si dà pace, vuole sapere come è morta sua sorella. Una battaglia che non smetterà di combattere fino a che non sarà fatta giustizia. Racconta anche delle lettere di confronto che papa Francesco le ha fatto recapitare insieme ad un Rosario benedetto che stringe sempre tra le mani. Non solo, qualche settimana fa ha deciso di scrivere anche al Capo dello Stato, per raccontare a Sergio Mattarella il «dolore che si prova a perdere una persona cara in tali circostanze. Le istituzioni ci hanno letteralmente abbandonato, abbiamo bisogno di sapere come sono morti i nostri cari», si legge nella lettera.
«Ho bisogno di un segnale da parte sua per me e per tutte le famiglie che stanno provando il mio stesso dolore», scrive Anna chiedendo, inoltre, a Mattarella di organizzare un'iniziativa per non dimenticare la strage affinché si continui a parlare di quel giorno; Anna propone di organizzare un incontro per provare a fare delle proposte affinché cose del genere non accadano mai più.
L'appello di Anna è di tenere accesi i riflettori su questa storia perché «chi ha sbagliato deve pagare. Io voglio giustizia per mia sorella».