Denuncia rifiutata a Corato. «I poliziotti devono essere formati»
Il caso è quello dei due agenti indagati per omissione di atti d'ufficio. Vigilante: «La donna deve essere accolta»
sabato 24 agosto 2024
18.10
«Con le forze dell'ordine è all'attivo un lavoro di formazione in continuo divenire. La donna che decide di denunciare non può essere rinviata, dev'essere accolta». A parlare è Maria Pia Vigilante, avvocata penalista e presidente di Giraffa onlus, una associazione che assiste, anche legalmente, le donne vittime di violenza.
È lei a commentare quanto accaduto a Corato, dove due poliziotti sono accusati di omissione d'atti d'ufficio perché non sarebbero stati tempestivi nel raccogliere la querela di una donna vittima di alcuni atti persecutori da parte dell'ex marito. Molte volte, ha raccontato proprio Vigilante, il percorso di assistenza si scontra con una «cultura patriarcale» insita in chi dovrebbe ricevere le denunce per il codice rosso, la legge che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze.
«Spesso nei corsi di formazione dei centri antiviolenza partecipano operatori delle Procure che già sanno molto - ha proseguito l'avvocato -. Questo è un limite: si tratta di individui coinvolti nel codice rosso e che sul tema hanno una certa sensibilità. Dovrebbero partecipare, invece, coloro i quali lavorano nelle caserme e nei commissariati. Rimanendo esclusi, permane una mentalità patriarcale, aderente al vecchio adagio "tra moglie e marito, non mettere il dito"», ha detto Vigilante.
Il suo auspicio, quindi, «è che tutti i soggetti appartenenti alle forze dell'ordine partecipino a questi corsi per apprendere le modalità di valutazione del rischio». In caso contrario, come sarebbe accaduto a Corato, il rischio è di vedere la donna doppiamente vittimizzata: «Se io - spiega - vado a denunciare che un uomo si è avvicinato, nonostante il divieto d'avvicinamento, questo sta violando una misura cautelare. Se la denuncia non viene presa, viene meno la flagranza del reato».
E questo è proprio quello che sarebbe accaduto a Corato, dove per due volte avrebbero rifiutato di raccogliere la denuncia di una donna, spaventata perché l'ex aveva violato il divieto d'avvicinamento, i due poliziotti che sono indagati per omissione d'atti d'ufficio. I fatti, per i quali il procuratore aggiunto Achille Bianchi ha fatto recapitare ad un assistente capo 52enne e ad un assistente 25enne un avviso di conclusione delle indagini, risalgono al 2023.
Dopo i presunti rifiuti avvenuti in Commissariato, la donna ha così deciso di denunciare i due poliziotti. Ad un anno dai fatti, quindi, la Procura della Repubblica di Trani ha chiuso le indagini nei confronti dei due poliziotti che potranno presentare memorie, documenti, rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere interrogati.
È lei a commentare quanto accaduto a Corato, dove due poliziotti sono accusati di omissione d'atti d'ufficio perché non sarebbero stati tempestivi nel raccogliere la querela di una donna vittima di alcuni atti persecutori da parte dell'ex marito. Molte volte, ha raccontato proprio Vigilante, il percorso di assistenza si scontra con una «cultura patriarcale» insita in chi dovrebbe ricevere le denunce per il codice rosso, la legge che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze.
«Spesso nei corsi di formazione dei centri antiviolenza partecipano operatori delle Procure che già sanno molto - ha proseguito l'avvocato -. Questo è un limite: si tratta di individui coinvolti nel codice rosso e che sul tema hanno una certa sensibilità. Dovrebbero partecipare, invece, coloro i quali lavorano nelle caserme e nei commissariati. Rimanendo esclusi, permane una mentalità patriarcale, aderente al vecchio adagio "tra moglie e marito, non mettere il dito"», ha detto Vigilante.
Il suo auspicio, quindi, «è che tutti i soggetti appartenenti alle forze dell'ordine partecipino a questi corsi per apprendere le modalità di valutazione del rischio». In caso contrario, come sarebbe accaduto a Corato, il rischio è di vedere la donna doppiamente vittimizzata: «Se io - spiega - vado a denunciare che un uomo si è avvicinato, nonostante il divieto d'avvicinamento, questo sta violando una misura cautelare. Se la denuncia non viene presa, viene meno la flagranza del reato».
E questo è proprio quello che sarebbe accaduto a Corato, dove per due volte avrebbero rifiutato di raccogliere la denuncia di una donna, spaventata perché l'ex aveva violato il divieto d'avvicinamento, i due poliziotti che sono indagati per omissione d'atti d'ufficio. I fatti, per i quali il procuratore aggiunto Achille Bianchi ha fatto recapitare ad un assistente capo 52enne e ad un assistente 25enne un avviso di conclusione delle indagini, risalgono al 2023.
Dopo i presunti rifiuti avvenuti in Commissariato, la donna ha così deciso di denunciare i due poliziotti. Ad un anno dai fatti, quindi, la Procura della Repubblica di Trani ha chiuso le indagini nei confronti dei due poliziotti che potranno presentare memorie, documenti, rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere interrogati.