Crisi venezuelana, la lettera di Loizzo al Commissario Prefettizio: «Si esponga la bandiera»
L'ex consigliere comunale chiede un atto di sensibilizzazione del Comune
venerdì 25 gennaio 2019
11.38
Con una lettera inviata al commissario prefettizio, l'ex consigliere comunale di Associazione Progresso Etico Paolo Loizzo torna a riflettere sulla grave crisi che sta coinvolgendo il Venezuela, terra cara a tanti coratini che lì sono insediati.
Loizzo, nel corso della sua attività di consigliere comunale, ha più volte richiesto che il Comune manifestasse la sua vicinanza al popolo venezuelano. Oggi chiede che sia nuovamente esposta fuori da Palazzo di Città una bandiera, a testimonianza di solidarietà verso un popolo che sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia. Questo il testo depositato da Loizzo.
Gentilissima Dr.essa Rossana Riflesso,
in questi ultimi giorni l'acuirsi delle tensioni interne al Venezuela con lo spettro della repressione e di una dolorosa guerra civile, si contano già decine di persone morte e circa 300 feriti, mi ha riportato alle riflessioni esposte nelle due relative mozioni da me presentate nella terminata consiliatura.
Durante, il Consiglio Comunale del 19 luglio 2016 si approvava nella sostanza la mozione per esprimere solidarietà ed impegno umanitario a favore del popolo venezuelano ed in particolare ai nostri concittadini emigrati.
Il 10/11/2017, all'unanimità, veniva condivisa ed approvata in Consiglio la mia mozione determinante, come poi è stato per mesi, l'esposizione della bandiera del Venezuela all'esterno del Palazzo di Città affinchè anche la nostra comunità potesse esprimere solidarietà a favore del popolo venezuelano, in particolare ai nostri concittadini emigrati, e potesse unirsi a quel coro di voci che, in qualsiasi sede nazionale ed internazionale, ancor'oggi chiede una soluzione, rapida e pacifica, per il ripristino della libertà e della democrazia.
A Corato, carissima dottoressa, è presente, sin dal 1968, il primo centro italo venezuelano in Italia, nato volontà di quattro immigrati coratini in Venezuela: Vincenzo Agatino, Michele Musto, Cataldo Sisto e Diego Tarricone. Secondo alcune ricerche, dal 1948 all'inizio degli anni Settanta, oltre 14.000 coratini si sono trasferiti in Venezuela per lavoro. L'economia coratina ha tratto enorme giovamento da questo continuo flusso migratorio italo venezuelano.
Il Centro Italo-Venezuelano di Corato rappresenta un punto di incontro per tutti i coratini che hanno vissuto e che vivono ancora in Venezuela, ed è un luogo dove poter divulgare la cultura, gli usi e i costumi di quel Paese nella funzione di consolidare i rapporti fra la nostra Italia e il Venezuela e rafforzare la coesione umana tra i due popoli.
La cronaca attuale ci racconta che Juan Guaidò, presidente del Parlamento venezuelano, ha assunto i poteri di presidente ad interim nel tentativo di recuperare l'ordine istituzionale, ponendo così in discussione la legittimità di Nicolas Maduro.
Guaidò, che, eroicamente, agisce nel'intento di voler ripristinare i principi di libertà e democrazia per il suo popolo, esasperato dalla vera e propria fame, martirizzato dall'assenza di medicinali e dall'accesso alle cure primarie, ha ricevuto il sostegno di Usa, Francia e Gran Bretagna.
Maduro, invece, con ancora l'esercito dalla sua parte trova l'appoggio di Russia, Turchia e Bolivia, Stati che di certo non hanno particolare familiarità con la democrazia.
Nel ricordo di tutti i nostri cari cittadini "coratini" presenti a Caracas, in Venezuela più in generale, che hanno lasciato il paese natale alla ricerca di un futuro migliore e che si sono distinti per la loro laboriosità e nobiltà d'animo, nell'intento di voler persistere a sensibilizzare la cittadinanza di Corato circa le implicazioni umanitarie della crisi economico-sociale in Venezuela, La si invita, proprio nella drammaticità di queste ore, a voler testimoniare la sua, e quella della città di Corato che oggi lei rappresenta, vicinanza e solidarietà alle comunità italo-venezuelane con una nuova fase di esposizione temporanea, dal Palazzo di Città, della bandiera venezuelana in continuità con quanto espresso nelle mozioni citate.
Certo della sua sensibilità le porgo i migliori saluti.
Loizzo, nel corso della sua attività di consigliere comunale, ha più volte richiesto che il Comune manifestasse la sua vicinanza al popolo venezuelano. Oggi chiede che sia nuovamente esposta fuori da Palazzo di Città una bandiera, a testimonianza di solidarietà verso un popolo che sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia. Questo il testo depositato da Loizzo.
Gentilissima Dr.essa Rossana Riflesso,
in questi ultimi giorni l'acuirsi delle tensioni interne al Venezuela con lo spettro della repressione e di una dolorosa guerra civile, si contano già decine di persone morte e circa 300 feriti, mi ha riportato alle riflessioni esposte nelle due relative mozioni da me presentate nella terminata consiliatura.
Durante, il Consiglio Comunale del 19 luglio 2016 si approvava nella sostanza la mozione per esprimere solidarietà ed impegno umanitario a favore del popolo venezuelano ed in particolare ai nostri concittadini emigrati.
Il 10/11/2017, all'unanimità, veniva condivisa ed approvata in Consiglio la mia mozione determinante, come poi è stato per mesi, l'esposizione della bandiera del Venezuela all'esterno del Palazzo di Città affinchè anche la nostra comunità potesse esprimere solidarietà a favore del popolo venezuelano, in particolare ai nostri concittadini emigrati, e potesse unirsi a quel coro di voci che, in qualsiasi sede nazionale ed internazionale, ancor'oggi chiede una soluzione, rapida e pacifica, per il ripristino della libertà e della democrazia.
A Corato, carissima dottoressa, è presente, sin dal 1968, il primo centro italo venezuelano in Italia, nato volontà di quattro immigrati coratini in Venezuela: Vincenzo Agatino, Michele Musto, Cataldo Sisto e Diego Tarricone. Secondo alcune ricerche, dal 1948 all'inizio degli anni Settanta, oltre 14.000 coratini si sono trasferiti in Venezuela per lavoro. L'economia coratina ha tratto enorme giovamento da questo continuo flusso migratorio italo venezuelano.
Il Centro Italo-Venezuelano di Corato rappresenta un punto di incontro per tutti i coratini che hanno vissuto e che vivono ancora in Venezuela, ed è un luogo dove poter divulgare la cultura, gli usi e i costumi di quel Paese nella funzione di consolidare i rapporti fra la nostra Italia e il Venezuela e rafforzare la coesione umana tra i due popoli.
La cronaca attuale ci racconta che Juan Guaidò, presidente del Parlamento venezuelano, ha assunto i poteri di presidente ad interim nel tentativo di recuperare l'ordine istituzionale, ponendo così in discussione la legittimità di Nicolas Maduro.
Guaidò, che, eroicamente, agisce nel'intento di voler ripristinare i principi di libertà e democrazia per il suo popolo, esasperato dalla vera e propria fame, martirizzato dall'assenza di medicinali e dall'accesso alle cure primarie, ha ricevuto il sostegno di Usa, Francia e Gran Bretagna.
Maduro, invece, con ancora l'esercito dalla sua parte trova l'appoggio di Russia, Turchia e Bolivia, Stati che di certo non hanno particolare familiarità con la democrazia.
Nel ricordo di tutti i nostri cari cittadini "coratini" presenti a Caracas, in Venezuela più in generale, che hanno lasciato il paese natale alla ricerca di un futuro migliore e che si sono distinti per la loro laboriosità e nobiltà d'animo, nell'intento di voler persistere a sensibilizzare la cittadinanza di Corato circa le implicazioni umanitarie della crisi economico-sociale in Venezuela, La si invita, proprio nella drammaticità di queste ore, a voler testimoniare la sua, e quella della città di Corato che oggi lei rappresenta, vicinanza e solidarietà alle comunità italo-venezuelane con una nuova fase di esposizione temporanea, dal Palazzo di Città, della bandiera venezuelana in continuità con quanto espresso nelle mozioni citate.
Certo della sua sensibilità le porgo i migliori saluti.