Crisi amministrativa, 24 ore per risolvere il dilemma

D'Introno pronto a sacrificare due assessori ma non di più

mercoledì 7 agosto 2019 9.36
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Cominciamo col dire che mai si era verificato di vivere una crisi istituzionale così profonda e delicata e di non avere uno straccio di comunicazione ufficiale da parte dei protagonisti dello stallo di una città di 50 mila abitanti dalla grande importanza strategica sul piano economico e commerciale. Quasi che - lo ripetiamo ancora - si tratti di questioni private, di panni sporchi da lavare in casa. E ci spiace sapere che il lavoro, difficilissimo in queste condizioni, degli organi di informazione locale sia addirittura biasimato e bollato come "non attendibile" da chi si è trincerato nel silenzio. Se la città riesce ad ottenere le seppur poche e frammentarie informazioni rispetto all'evoluzione di un problema politico che la investe totalmente è solo e soltanto grazie al lavoro, complesso e spesso intricato, di chi riesce a carpire con non poche difficoltà le informazioni, le assembla e le analizza.

Come per tutti i passaggi della crisi amministrativa, anche della riunione tenutasi ieri sera riusciamo soltanto a fornire pochi ma significativi elementi frutto non certo di comunicazioni ufficiali ma di indiscrezioni.

Oggetto della riunione convocata ieri sera dal sindaco Pasquale D'Introno e alla quale hanno partecipato le segreterie dei cinque partiti che hanno contribuito alla sua elezione è stato, come prevedibile, il tentativo di ricucire lo strappo che ha portato alla fase di stallo. Domani il consiglio comunale sarà chiamato, per l'ennesima volta, ad eleggere il presidente del consiglio comunale. I numeri, come si è avuto modo di vedere nelle precedenti sedute, non ci sono. All'appello mancano troppe schede.

Una seppur flebile speranza di sanare lo squarcio è legata all'azzeramento della giunta: atto richiesto da Direzione Italia ma anche dalle altre componenti politiche (ad eccezione di Idea e parti di Fratelli d'Italia). Ripartire dagli accordi presi appena dopo l'elezione del sindaco e rimettere tutto in discussione. Una proposta parzialmente accolta dal sindaco, disposto a sacrificare le assessore Lucia Zitoli e Antonella Di Bartolomeo, ma non il fedelissimo assessore Roselli. Nel limbo Di Ciommo, che pare non aver gradito l'ipotesi di azzeramento, e Cannillo che da segretario di partito potrebbe rimettersi al volere degli iscritti.

Ma non basta: sul tavolo ora c'è anche la diffidenza nei confronti del primo cittadino e di quegli assessori che hanno disatteso gli accordi assunti ai tavoli politici. Direzione Italia, che continua a fare la parte del leone con i suoi 8 consiglieri comunali, punta ancora ad una coalizione coesa in cui tutti i partiti possano essere rappresentanti in giunta. Obiettivo raggiungibile solo se Direzione Italia dovesse "accontentarsi" di due posti in giunta, di cui uno occupato dal vicesindaco. Un problema di poltrone? Non del tutto. Da Direzione Italia si sente spesso pronunciare la frase "questione politica". Il poderoso passo in avanti del sindaco non è stato gradito dal partito di maggioranza relativa, così come non è stato gradito l'atteggiamento dei due assessori alleati, Di Ciommo e Cannillo, che accettando le deleghe avrebbero anteposto l'interesse dei propri partiti a quello dell'intera coalizione.

Ci sono ancora 24 ore per poter riflettere, capire se ci sono possibilità di rimediare, decidere se "buttare via" due professioniste che hanno accettato l'incarico assessorile prima ancora che potessero effettivamente mettersi a lavoro. La partita è ancora aperta anche se il risultato è ancora del tutto imprevedibile.