Coronavirus, Montanaro: «Ad oggi in Puglia 600 ricoverati e meno di 60 in terapia intensiva»
Il direttore del dipartimento salute audito in commissione sanità
venerdì 24 aprile 2020
16.59
"Non abbiamo elaborato formalmente un muovo piano ospedaliero dopo quello dell'8 aprile scorso e che abbiamo chiamato 'Covid Seconda Fase', ma certamente ci stiamo ragionando, le valutazioni quotidiane con gli epidemiologi coordinati dal prof. Lopalco vanno in questa direzione"
Lo ha detto Vito Montanaro, direttore del dipartimento salute della Regione Puglia nel corso dell'audizione in Commissione sanità, rispondendo alla richiesta sul tema avanzata dal consigliere Giannicola De Leonardis.
"I 2123 posti allestiti in terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive tra Covid e Covid post acuzie, si sono dimostrati sino ad oggi piuttosto capienti. Ad oggi i ricoverati sono circa 600, meno di 60 i pazienti in terapia intensiva. Alla luce delle indagini epidemiologiche, andiamo verso un atto contrario rispetto a quello fatto settimane fa, quando abbiamo fatto confluire la disponibilità dei posti letto nella rete Covid. Avevamo immaginato di raggiungere in Puglia i 4000 contagi molti giorni prima di oggi, quando registriamo 3850 casi totali".
"La deristrutturazione inizierà progressivamente, a partire dalle strutture meno coinvolte in termini numerici come quelle della sanità privata accreditata (il 'Miulli' di Acquaviva assicura una disponibilità di 300 posti) e saranno mantenute in attività, come il Ministero della salute suggerisce, solo alcuni ospedali, pronti ad affrontare qualsiasi 'effetto rebound' dell'epidemia, previsto per il prossimo autunno".
"La disattivazione avverrà appena la parabola discendente della curva epidemiologica sarà confermata, cosa che sta avvenendo se si escludono gli ultimi giorni influenzati dai casi di due o tre cluster specifici e ben individuati".
"Il programma sta prendendo forma con il contributo di diversi gruppi di lavoro, anestesisti, infettivologi, pneumologi. Il 'Piano ospedaliero Covid' sarà organizzato attorno a tre/quattro ospedali dislocati nel territorio regionale che conterranno reparti di terapia intensiva, malattie infettive e pneumologia covid. L'obiettivo è quello di non interferire con i grandi ospedali come Policlinico di Bari o quello di Foggia, affinché questi ultimi continuino ad assicurare senza soluzione di continuità l'offerta sanitaria, sia in regime di degenza che ambulatoriale. Per definire il tutto aspettiamo che il governo nazionale ci comunichi le fasi della conclusione del lockdown e quella successiva che interesserà il progressivo ritorno alle varie attività precedenti l'emergenza".
"Parallelamente alla rete emergenziale Covid dovrà essere prevista una rete ospedaliera in condizione di garantire la fine del percorso di assistenza e cura ai pazienti non più da ospedalizzare in reparti per acuti".
Tuttavia, la pandemia lascia sul tavolo una esigenza, quella di riprogrammare i gangli organizzativi del sistema sanitario ad ogni livello anche perché con il passaggio del coronavirus sono cambiati i paradigmi, anche quelli dei sistemi sanitari mondiali, mettendo discussione i modelli organizzativi più efficienti "
Lo ha detto Vito Montanaro, direttore del dipartimento salute della Regione Puglia nel corso dell'audizione in Commissione sanità, rispondendo alla richiesta sul tema avanzata dal consigliere Giannicola De Leonardis.
"I 2123 posti allestiti in terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive tra Covid e Covid post acuzie, si sono dimostrati sino ad oggi piuttosto capienti. Ad oggi i ricoverati sono circa 600, meno di 60 i pazienti in terapia intensiva. Alla luce delle indagini epidemiologiche, andiamo verso un atto contrario rispetto a quello fatto settimane fa, quando abbiamo fatto confluire la disponibilità dei posti letto nella rete Covid. Avevamo immaginato di raggiungere in Puglia i 4000 contagi molti giorni prima di oggi, quando registriamo 3850 casi totali".
"La deristrutturazione inizierà progressivamente, a partire dalle strutture meno coinvolte in termini numerici come quelle della sanità privata accreditata (il 'Miulli' di Acquaviva assicura una disponibilità di 300 posti) e saranno mantenute in attività, come il Ministero della salute suggerisce, solo alcuni ospedali, pronti ad affrontare qualsiasi 'effetto rebound' dell'epidemia, previsto per il prossimo autunno".
"La disattivazione avverrà appena la parabola discendente della curva epidemiologica sarà confermata, cosa che sta avvenendo se si escludono gli ultimi giorni influenzati dai casi di due o tre cluster specifici e ben individuati".
"Il programma sta prendendo forma con il contributo di diversi gruppi di lavoro, anestesisti, infettivologi, pneumologi. Il 'Piano ospedaliero Covid' sarà organizzato attorno a tre/quattro ospedali dislocati nel territorio regionale che conterranno reparti di terapia intensiva, malattie infettive e pneumologia covid. L'obiettivo è quello di non interferire con i grandi ospedali come Policlinico di Bari o quello di Foggia, affinché questi ultimi continuino ad assicurare senza soluzione di continuità l'offerta sanitaria, sia in regime di degenza che ambulatoriale. Per definire il tutto aspettiamo che il governo nazionale ci comunichi le fasi della conclusione del lockdown e quella successiva che interesserà il progressivo ritorno alle varie attività precedenti l'emergenza".
"Parallelamente alla rete emergenziale Covid dovrà essere prevista una rete ospedaliera in condizione di garantire la fine del percorso di assistenza e cura ai pazienti non più da ospedalizzare in reparti per acuti".
Tuttavia, la pandemia lascia sul tavolo una esigenza, quella di riprogrammare i gangli organizzativi del sistema sanitario ad ogni livello anche perché con il passaggio del coronavirus sono cambiati i paradigmi, anche quelli dei sistemi sanitari mondiali, mettendo discussione i modelli organizzativi più efficienti "