«Corato oggetto delle mire espansionistiche dei clan Capriati e Loiudice»
È quanto emerge dalla relazione sull'attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia nel secondo semestre 2021
lunedì 3 ottobre 2022
10.30
Una criminalità organizzata dedita agli affari, decisa ad allargare il raggio d'azione ben oltre lo spaccio degli stupefacenti, per mettere le mani sul comparto industriale e produttivo del territorio di Corato. È la sintesi di quanto contenuto nella relazione del ministro dell'interno al Parlamento circa l'attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia nel secondo semestre del 2021.
«A Corato, dove sembrerebbero regredite le mire espansionistiche manifestate dal clan Capogna di Andria, si registra la presenza di soggetti organicamente inseriti tra le fila della consorteria dei Capriati che estenderebbero la propria influenza anche nei comuni di Ruvo di Puglia e Putignano dell'area murgiana e, a sud del capoluogo, nel territori di Mola di Bari e Valenzano» è riportato nell'analisi, che fa riferimento all'agguato ai danni di un pregiudicato coratino il 27 novembre 2021.
«Una conferma di come le conflittualità distintive del contesto mafioso metropolitano si riflettano specularmente nei territori della provincia, Gli interessi convergono verso la gestione del mercato degli stupefacenti e delle estorsioni, principale fonte di reddito e strumento di affermazione di potere sul territorio. Non mancano comunque le ramificazioni e le infiltrazioni nel settore della Pubblica Amministrazione dove i tentacoli mafiosi trovano fertile terreno nella "zona grigia"» è l'allarme lanciato dalla Dia.
Il clan Loiudice di Altamura, in particolare, «fruendo della fama criminale dell'associazione mafiosa originaria - quella facente capo ai Dambrosio - e adottandone i modelli di organizzazione e i rituali di adesione» avrebbe esercitato «una efferata forza intimidatrice con un'operatività non limitata al traffico di sostanze stupefacenti
ma estesa a svariati settori in cui si s'inseriscono l'acquisizione della gestione o del controllo di attività economiche, concessioni, appalti e servizi pubblici. La fitta rete di contatti criminali intessuta con molti operatori economici dimostra la capacità di inquinare il tessuto economico di interi distretti. Di rilievo le evidenze dei rapporti commerciali tenuti dal clan con la criminalità di Cassano delle Murge e con quella di Corato e Molfetta».
«A Corato, dove sembrerebbero regredite le mire espansionistiche manifestate dal clan Capogna di Andria, si registra la presenza di soggetti organicamente inseriti tra le fila della consorteria dei Capriati che estenderebbero la propria influenza anche nei comuni di Ruvo di Puglia e Putignano dell'area murgiana e, a sud del capoluogo, nel territori di Mola di Bari e Valenzano» è riportato nell'analisi, che fa riferimento all'agguato ai danni di un pregiudicato coratino il 27 novembre 2021.
«Una conferma di come le conflittualità distintive del contesto mafioso metropolitano si riflettano specularmente nei territori della provincia, Gli interessi convergono verso la gestione del mercato degli stupefacenti e delle estorsioni, principale fonte di reddito e strumento di affermazione di potere sul territorio. Non mancano comunque le ramificazioni e le infiltrazioni nel settore della Pubblica Amministrazione dove i tentacoli mafiosi trovano fertile terreno nella "zona grigia"» è l'allarme lanciato dalla Dia.
Il clan Loiudice di Altamura, in particolare, «fruendo della fama criminale dell'associazione mafiosa originaria - quella facente capo ai Dambrosio - e adottandone i modelli di organizzazione e i rituali di adesione» avrebbe esercitato «una efferata forza intimidatrice con un'operatività non limitata al traffico di sostanze stupefacenti
ma estesa a svariati settori in cui si s'inseriscono l'acquisizione della gestione o del controllo di attività economiche, concessioni, appalti e servizi pubblici. La fitta rete di contatti criminali intessuta con molti operatori economici dimostra la capacità di inquinare il tessuto economico di interi distretti. Di rilievo le evidenze dei rapporti commerciali tenuti dal clan con la criminalità di Cassano delle Murge e con quella di Corato e Molfetta».