Corato fu la prima città in Puglia a celebrare la Festa dei lavoratori
Un approfondimento curato da Giovanni Capurso, presidente della sezione Anpi
lunedì 20 giugno 2022
Giovanni Capurso, presidente della sezione Anpi di Corato, è impegnato in un lodevole lavoro di ricerca e catalogazione di documenti storici. Le ultime testimonianze scritte raccolte riguardano la celebrazione della Festa dei Lavoratori in Terra di Bari. Spunti interessanti hanno consentito di risalire alle origini della "tradizione" di individuare nel Primo Maggio la data di svolgimento delle manifestazioni e di scoprire che proprio a Corato si sono registrati i primi eventi celebrativi, frutto dell'impegno di un uomo in particolare.
Oggi, pensando al Primo Maggio ci viene in mente una ricorrenza alquanto sbiadita ma non sempre è stato così: per lungo tempo ci ha ricordato le lotte per la conquista di diritti considerati fondamentali e scolpiti nella nostra Costituzione.
Ma quale fu la prima città in assoluto a celebrare il Primo Maggio in Puglia? La risposta è semplice: la nostra Corato. Ciò fu possibile grazie alla caparbietà e al fiuto politico di un giovane di trent'anni antesignano del socialismo: Guglielmo Schiralli.
L'idea nacque in Francia il 20 luglio 1889 in occasione della Seconda Internazionale, quando alcuni partiti proclamarono una grande manifestazione per ridurre la giornata lavorativa a otto ore.
Come riporta il figlio dell'altro grande padre nobile del socialismo pugliese e amico del Nostro, Giovanni Colella: «Fu appunto durante questo storico Congresso -svoltosi dal 14 al 21 luglio 1889 - che si decise di organizzare per il 1° maggio una grande manifestazione internazionale per attuare e rendere operanti tutte le rivendicazioni proletarie votate nelle diverse risoluzioni da quelle riguardante le otto ore di lavoro giornaliero».
L'idea si diffuse a macchia d'olio e l'anno successivo in alcune località italiane si volle replicare l'iniziativa. Guglielmo Schiralli, intuendone il valore, assieme a pochi altri, a nome della "Unione dei Lavoratori" di Corato, propose un manifesto alle società operaie e ai lavoratori di Puglia, esortandoli a non sottrarsi al dovere della solidarietà internazionale.
Così la sera del 1° maggio 1890, nel salone del sodalizio operaio si tenne il celebre discorso che - contemporaneamente a quello pronunciato da Giovanni Ancona Martucci, nella Sala del "Circolo Luce e Libertà" in Bitonto – diede il via alla serie delle celebrazioni in Puglia della Festa del lavoro sotto lo stretto controllo della polizia locale.
Tant'è che per l'occasione il giovane socialista scrisse in maniera pungente e sarcastica: «Peccato! Un sacco di manette e non un arresto, e quindi non una medaglia, non una promozione, e nemmeno una gratificazione di dieci lire!».
La riunione si svolse in maniera calma e ordinata «costretti ad una distribuzione limitata di biglietti, per la poca capacità della sala, non avendone potuta trovare più vasta, né essendovi qui sale più vaste, non abbiamo più potuto soddisfare tutte le richieste» degli oltre mille operai che ne avevano fatto richiesta.
Negli anni immediatamente successivi, fu sempre Corato l'epicentro delle manifestazioni in onore del Primo Maggio. Guglielmo Schiralli, infatti, dopo essersi adoperato per tentare un'intesa e un'organizzazione coordinata fra i contadini e gli operai di Corato, l'8 marzo 1891, riunì sempre a Corato gli esponenti socialisti della regione costituendo la "Federazione Socialista Pugliese", che precedette di due anni la Federazione Provinciale di Bari del Partito Socialista. Anche l'anno successivo, per 12 aprile 1892, convocò a Corato gli amici e i compagni socialisti della Puglia «per intendersi sul modo migliore della manifestazione del 1° maggio in Puglia».
Tutto questo attivismo gli procurò altri guai giudiziari per oltraggio alla dopo quelli per oltraggio alla "religione di Stato" dovuti alla pubblicazione de le "Staffilate", relativo ad alcuni "fatti turpi" accaduti nel territorio di Trani.
Proprio a ridosso della manifestazione, il 29 aprile, Schiralli venne arrestato con il suo amico Vincenzo Bucci nella tarda serata; mentre nella "Tipografia Speranza" di Ruvo venne bloccato il suo nuovo giornale "L'Idea Sociale" in fase di stampa.
A quanto pare il suo ingresso nel carcere del Castello di Trani "con le manette ai polsi" fu trionfale.
Insomma l'intraprendenza e il coraggio del giovane "ribelle" lo resero di fatto l'enfant prodige del socialismo pugliese.
Oggi, pensando al Primo Maggio ci viene in mente una ricorrenza alquanto sbiadita ma non sempre è stato così: per lungo tempo ci ha ricordato le lotte per la conquista di diritti considerati fondamentali e scolpiti nella nostra Costituzione.
Ma quale fu la prima città in assoluto a celebrare il Primo Maggio in Puglia? La risposta è semplice: la nostra Corato. Ciò fu possibile grazie alla caparbietà e al fiuto politico di un giovane di trent'anni antesignano del socialismo: Guglielmo Schiralli.
L'idea nacque in Francia il 20 luglio 1889 in occasione della Seconda Internazionale, quando alcuni partiti proclamarono una grande manifestazione per ridurre la giornata lavorativa a otto ore.
Come riporta il figlio dell'altro grande padre nobile del socialismo pugliese e amico del Nostro, Giovanni Colella: «Fu appunto durante questo storico Congresso -svoltosi dal 14 al 21 luglio 1889 - che si decise di organizzare per il 1° maggio una grande manifestazione internazionale per attuare e rendere operanti tutte le rivendicazioni proletarie votate nelle diverse risoluzioni da quelle riguardante le otto ore di lavoro giornaliero».
L'idea si diffuse a macchia d'olio e l'anno successivo in alcune località italiane si volle replicare l'iniziativa. Guglielmo Schiralli, intuendone il valore, assieme a pochi altri, a nome della "Unione dei Lavoratori" di Corato, propose un manifesto alle società operaie e ai lavoratori di Puglia, esortandoli a non sottrarsi al dovere della solidarietà internazionale.
Così la sera del 1° maggio 1890, nel salone del sodalizio operaio si tenne il celebre discorso che - contemporaneamente a quello pronunciato da Giovanni Ancona Martucci, nella Sala del "Circolo Luce e Libertà" in Bitonto – diede il via alla serie delle celebrazioni in Puglia della Festa del lavoro sotto lo stretto controllo della polizia locale.
Tant'è che per l'occasione il giovane socialista scrisse in maniera pungente e sarcastica: «Peccato! Un sacco di manette e non un arresto, e quindi non una medaglia, non una promozione, e nemmeno una gratificazione di dieci lire!».
La riunione si svolse in maniera calma e ordinata «costretti ad una distribuzione limitata di biglietti, per la poca capacità della sala, non avendone potuta trovare più vasta, né essendovi qui sale più vaste, non abbiamo più potuto soddisfare tutte le richieste» degli oltre mille operai che ne avevano fatto richiesta.
Negli anni immediatamente successivi, fu sempre Corato l'epicentro delle manifestazioni in onore del Primo Maggio. Guglielmo Schiralli, infatti, dopo essersi adoperato per tentare un'intesa e un'organizzazione coordinata fra i contadini e gli operai di Corato, l'8 marzo 1891, riunì sempre a Corato gli esponenti socialisti della regione costituendo la "Federazione Socialista Pugliese", che precedette di due anni la Federazione Provinciale di Bari del Partito Socialista. Anche l'anno successivo, per 12 aprile 1892, convocò a Corato gli amici e i compagni socialisti della Puglia «per intendersi sul modo migliore della manifestazione del 1° maggio in Puglia».
Tutto questo attivismo gli procurò altri guai giudiziari per oltraggio alla dopo quelli per oltraggio alla "religione di Stato" dovuti alla pubblicazione de le "Staffilate", relativo ad alcuni "fatti turpi" accaduti nel territorio di Trani.
Proprio a ridosso della manifestazione, il 29 aprile, Schiralli venne arrestato con il suo amico Vincenzo Bucci nella tarda serata; mentre nella "Tipografia Speranza" di Ruvo venne bloccato il suo nuovo giornale "L'Idea Sociale" in fase di stampa.
A quanto pare il suo ingresso nel carcere del Castello di Trani "con le manette ai polsi" fu trionfale.
Insomma l'intraprendenza e il coraggio del giovane "ribelle" lo resero di fatto l'enfant prodige del socialismo pugliese.