Corato celebra il patrono San Cataldo
In chiesa Matrice una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo Monsignor Leonardo D'Ascenzo
venerdì 10 maggio 2024
9.47
Oggi è il giorno della festa liturgica di San Cataldo, patrono di Corato. In chiesa Matrice, una solenne celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Leonardo D'Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, con la partecipazione di tutti i sacerdoti delle autorità civili e militari della città e dei componenti delle Confraternite.
La Chiesa celebra San Cataldo Vescovo di Rachau il 10 maggio, data in cui secondo la tradizione, nel 1071 fu ritrovata la tomba del Santo a Taranto nel corso degli scavi finalizzati alla costruzione della Cattedrale.
Il legame del Santo irlandese con Corato avviene di molti secoli dopo la sua morte.
Nel 1483, durante una terribile epidemia di peste che stava decimando Corato, un contadino, Quirico Trambotto, si recava ad arare i campi come ogni mattina, con i suoi buoi. Quel giorno, però, non fu come gli altri. A un certo punto gli apparve la figura luminosa di un santo, il vescovo Cataldo, che promise al contadino di salvare la città da peste e carestia se avessero costruito un tempio a lui dedicato nel punto in cui i buoi sarebbero caduti a terra il giorno dopo.
San Cataldo lasciò a Quirico anche un mantello, dicendogli che, se toccato, gli appestati sarebbero stati guariti. Il giorno dopo i buoi caddero avverando la profezia e la peste fu scacciata via. L'episodio è raccontato dal frate vescovo Francesco Gonzaga nel volume "De origine Seraphicae Religionis Franciscanae eiusque progressibus" del 1587. Per diversi secoli, almeno dal 1300 fino al 1800, l'ordine dei francescani ha avuto un ruolo molto attivo come guida spirituale e sociale a Corato.
La Chiesa celebra San Cataldo Vescovo di Rachau il 10 maggio, data in cui secondo la tradizione, nel 1071 fu ritrovata la tomba del Santo a Taranto nel corso degli scavi finalizzati alla costruzione della Cattedrale.
Il legame del Santo irlandese con Corato avviene di molti secoli dopo la sua morte.
Nel 1483, durante una terribile epidemia di peste che stava decimando Corato, un contadino, Quirico Trambotto, si recava ad arare i campi come ogni mattina, con i suoi buoi. Quel giorno, però, non fu come gli altri. A un certo punto gli apparve la figura luminosa di un santo, il vescovo Cataldo, che promise al contadino di salvare la città da peste e carestia se avessero costruito un tempio a lui dedicato nel punto in cui i buoi sarebbero caduti a terra il giorno dopo.
San Cataldo lasciò a Quirico anche un mantello, dicendogli che, se toccato, gli appestati sarebbero stati guariti. Il giorno dopo i buoi caddero avverando la profezia e la peste fu scacciata via. L'episodio è raccontato dal frate vescovo Francesco Gonzaga nel volume "De origine Seraphicae Religionis Franciscanae eiusque progressibus" del 1587. Per diversi secoli, almeno dal 1300 fino al 1800, l'ordine dei francescani ha avuto un ruolo molto attivo come guida spirituale e sociale a Corato.