Coldiretti: «Inaccettabile lo stop alla transumanza estiva»
In difficoltà le attività degli allevamenti nell'area murgiana
mercoledì 11 maggio 2022
10.55
La transumanza, dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO nel 2019, è ritenuta a rischio da Coldiretti Puglia. I referenti dell'organizzazione hanno inviato una lettera agli assessori regionali all'agricoltura (Pentassuglia) e alla sanità (Palese) nella quale denunciano la sospensione della movimentazione degli animali in quei territori in cui è riscontrata una prevalenza superiore al 2% di stabilimenti non indenni, in cui il concetto di "prevalenza" si riferisce al numero di stabilimenti e non a quello degli animali, come se un allevamento di 10 capi contasse quanto uno da 1000.
«Uno stop inaccettabile alla tutela di un'antica pratica ancora viva nel Gargano e che garantisce la salvaguardia, in tutta la Puglia, di ben 2700 allevamenti e 191mila pecore a vantaggio della biodiversità» ha spiegato Pietro Piccioni, delegato confederale Coldiretti di Foggia. «La Regione Puglia che non riesce, anche per un'inefficace incidenza della sorveglianza veterinaria, a far entrare in una situazione indenne alcuni stabilimenti di Capitanata per una percentuale molto bassa di appena poche unità su 100 in percentuale, condanna tutti gli altri, che presentano ed hanno anche storicamente presentato caratteristiche di sanità a permanere in uno stato di difficoltà, a non movimentare gli animali».
Coldiretti Puglia sostiene che le nuove disposizioni condanneranno le pecore ad ogni tipo di stress nella stagione estiva in mancanza della pratica della transumanza con evidenti danni causati dal blocco delle mandrie, con i pastori costretti ad affrontare la stagione estiva in loco, con un sicuro abbassamento della produttività e il rischio concreto della perdita di molti animali.
La transumanza è tradizionalmente diffusa nell'Italia centrale e meridionale, da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia.
Lo stop mette a repentaglio, fra l'altro, i 101 allevamenti localizzati nel territorio della Provincia Bat con 12381 capi e i 606 allevamenti nell'Area Metropolitana di Bari con 40922 capi. Il comparto della pastorizia in Italia coinvolge ancora 60mila allevamenti nonostante nell'ultimo decennio il "gregge Italia" sia passato da 7.2 milioni a 6.2 milioni di pecore.
«La sospensione pesa su un settore nel quale sono già bassi i prezzi pagati ai pastori che affrontano in solitudine il moltiplicarsi degli attacchi degli animali selvatici, si registra la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali oltre ad un massiccio consumo di suolo che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati proprio per la transumanza delle greggi con pesanti ripercussioni sull'economia nazionale ma anche sull'assetto ambientale del territorio perché quando un allevamento chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni» hanno concluso da Coldiretti.
«Uno stop inaccettabile alla tutela di un'antica pratica ancora viva nel Gargano e che garantisce la salvaguardia, in tutta la Puglia, di ben 2700 allevamenti e 191mila pecore a vantaggio della biodiversità» ha spiegato Pietro Piccioni, delegato confederale Coldiretti di Foggia. «La Regione Puglia che non riesce, anche per un'inefficace incidenza della sorveglianza veterinaria, a far entrare in una situazione indenne alcuni stabilimenti di Capitanata per una percentuale molto bassa di appena poche unità su 100 in percentuale, condanna tutti gli altri, che presentano ed hanno anche storicamente presentato caratteristiche di sanità a permanere in uno stato di difficoltà, a non movimentare gli animali».
Coldiretti Puglia sostiene che le nuove disposizioni condanneranno le pecore ad ogni tipo di stress nella stagione estiva in mancanza della pratica della transumanza con evidenti danni causati dal blocco delle mandrie, con i pastori costretti ad affrontare la stagione estiva in loco, con un sicuro abbassamento della produttività e il rischio concreto della perdita di molti animali.
La transumanza è tradizionalmente diffusa nell'Italia centrale e meridionale, da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia.
Lo stop mette a repentaglio, fra l'altro, i 101 allevamenti localizzati nel territorio della Provincia Bat con 12381 capi e i 606 allevamenti nell'Area Metropolitana di Bari con 40922 capi. Il comparto della pastorizia in Italia coinvolge ancora 60mila allevamenti nonostante nell'ultimo decennio il "gregge Italia" sia passato da 7.2 milioni a 6.2 milioni di pecore.
«La sospensione pesa su un settore nel quale sono già bassi i prezzi pagati ai pastori che affrontano in solitudine il moltiplicarsi degli attacchi degli animali selvatici, si registra la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali oltre ad un massiccio consumo di suolo che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati proprio per la transumanza delle greggi con pesanti ripercussioni sull'economia nazionale ma anche sull'assetto ambientale del territorio perché quando un allevamento chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni» hanno concluso da Coldiretti.