Cinque giorni tra trent'anni: l'intervista a Francesco Fiorentino
L'autore ha presentato il suo ultimo romanzo presso la libreria Sonicart
domenica 15 ottobre 2023
15.52
Da dove nasce l'esigenza di scrivere questo romanzo?
Nasce dal desiderio di ripercorrere la propria gioventù studentesca e stimolare quella attuale.
Perché scegliere protagoniste donne?
Prima di tutto perché le donne sono il sale della terra e quindi è impossibile non sceglierle. Inoltre, la generazione di donne dei primi anni settanta è eroica perché è stata la prima che in massa è uscita di casa alla ricerca del proprio posto nel mondo, trovando spesso posti buoni. Anche adesso la borghesia professionale italiana è formata molto spesso da donne capaci.
Quali sono i macrotemi di questo romanzo?
L'amore medio che si vive a vent'anni e l'amore maturo che si vive a cinquant'anni, sicuramente il destino che tutti noi cerchiamo e l'amicizia con i suoi rischi.
Docente universitario presso l'Università Degli Studi di Bari A. Moro, attualmente in pensione, esordisce con un nuovo romanzo, presentandolo presso la libreria Sonicart di Corato nella data di Sabato 14 Ottobre.
In una presentazione simile ad un colloquio tra amici, accompagnato dal suo interlocutore, Fiorentino racconta dell'originalità di questo libro, che mette in luce il ruolo del destino nella casualità degli incontri tra le persone, sullo sfondo di un anno che cambierà per sempre il panorama culturale italianio: il 1968.
Per coloro che hanno vissuto il '68, è facile immedesimarsi nel romanzo, dopotutto è l'anno in cui la cultura ha subito un profondo mutamento. Le donne conquistano la tanto attesa libertà di essere chi vogliono e fare ciò che desiderano (nei limiti di una società ancora poco incline al cambiamento). Il '68 contribuisce a sgretolare il retaggio del poter frequentare persone appartenenti alla propria classe sociale. Insomma, si appresta ad essere un importante rito di passaggio nelle vite delle sei protagoniste del racconto.
L'importanza che l'autore conferisce agli studenti è notevole non soltanto per quanto concerne l'età delle protagoniste, ma per l'essenza stessa della giovinezza, scardinata nelle sue più piccole caratteristiche. Ci sono i dilemmi, gli incontri belli e quelli meno belli, ci sono i punti di vista di sei persone differenti che si apprestano a frequentare la medesima Università.
Un inno agli incontri fortuiti e alla cultura, all'essere giovani e agli sbagli senza che alcun moralismo autoritario emerga nel racconto per decretare cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Nasce dal desiderio di ripercorrere la propria gioventù studentesca e stimolare quella attuale.
Perché scegliere protagoniste donne?
Prima di tutto perché le donne sono il sale della terra e quindi è impossibile non sceglierle. Inoltre, la generazione di donne dei primi anni settanta è eroica perché è stata la prima che in massa è uscita di casa alla ricerca del proprio posto nel mondo, trovando spesso posti buoni. Anche adesso la borghesia professionale italiana è formata molto spesso da donne capaci.
Quali sono i macrotemi di questo romanzo?
L'amore medio che si vive a vent'anni e l'amore maturo che si vive a cinquant'anni, sicuramente il destino che tutti noi cerchiamo e l'amicizia con i suoi rischi.
Docente universitario presso l'Università Degli Studi di Bari A. Moro, attualmente in pensione, esordisce con un nuovo romanzo, presentandolo presso la libreria Sonicart di Corato nella data di Sabato 14 Ottobre.
In una presentazione simile ad un colloquio tra amici, accompagnato dal suo interlocutore, Fiorentino racconta dell'originalità di questo libro, che mette in luce il ruolo del destino nella casualità degli incontri tra le persone, sullo sfondo di un anno che cambierà per sempre il panorama culturale italianio: il 1968.
Per coloro che hanno vissuto il '68, è facile immedesimarsi nel romanzo, dopotutto è l'anno in cui la cultura ha subito un profondo mutamento. Le donne conquistano la tanto attesa libertà di essere chi vogliono e fare ciò che desiderano (nei limiti di una società ancora poco incline al cambiamento). Il '68 contribuisce a sgretolare il retaggio del poter frequentare persone appartenenti alla propria classe sociale. Insomma, si appresta ad essere un importante rito di passaggio nelle vite delle sei protagoniste del racconto.
L'importanza che l'autore conferisce agli studenti è notevole non soltanto per quanto concerne l'età delle protagoniste, ma per l'essenza stessa della giovinezza, scardinata nelle sue più piccole caratteristiche. Ci sono i dilemmi, gli incontri belli e quelli meno belli, ci sono i punti di vista di sei persone differenti che si apprestano a frequentare la medesima Università.
Un inno agli incontri fortuiti e alla cultura, all'essere giovani e agli sbagli senza che alcun moralismo autoritario emerga nel racconto per decretare cosa è giusto e cosa è sbagliato.