Cinque cose da sapere sull'immigrazione

La Lectio magistralis del professor Allievi al liceo classico di Corato

sabato 24 novembre 2018 16.01
A cura di Alessia Carola Altieri
'L'ex marito di mia moglie era arabo. I miei figli non avevano nulla di arabo, se non il suo cognome. Per anni, i compagni di scuola li hanno ricoperti di insulti nonostante vedessero noi genitori, italiani. Un giorno il loro papà ha cambiato cognome: nessuno li ha più chiamati marocchini di merda.''

Si apre così l'incontro con il professor Stefano Allievi, docente di Sociologia presso l'Università degli studi di Padova, tenutosi nell'agorà Felice Tarantini del Liceo Classico Oriani in data 23 novembre.

A dare inizio al meeting, la preside Angela Adduci che si rivolge agli studenti: ''Quella dell'immigrazione è una tematica su cui voi ragazzi dovreste riflettere per non restare inerti dinnanzi a questioni umanitarie, oltre che sociali e politiche''. Di seguito, la parola ad Angela Paganelli nelle veci di Serena Petrone, referente del Presidio del Libro di Corato, e alla professoressa Luisa Mascoli che introduce l'iniziativa di divulgazione del sociologo, presentandone l'ultima pubblicazione Cinque cose che tutti dovremmo sapere sull'immigrazione (Editori Laterza).

Punto di partenza della conversazione è l'analisi dei dati relativi alla diffusione della mobilità a livello europeo mediante flussi transnazionali e bidirezionali, motivo di squilibrio sociale nelle diverse regioni del mondo. In secondo luogo, il fattore demografico per cui l'Europa si configura come uno dei continenti più vecchi a livello anagrafico. Afferma, Allievi, in virtù del rapporto tra immigrazione e calo della popolazione: '' Dire di no oggi agli immigrati che tentano di inserirsi nel mondo del lavoro significa remare contro i giovani perché in futuro saranno soli nel pagare un numero sproporzionato di pensioni''. Per ultimi, i motivi relativi al processo di urbanizzazione e di cambiamento climatico.

In relazione alla problematica dell'accoglienza, tra le ragioni del fallimento della politica italiana, il sociologo annovera il trafficking, la violenza, le barriere, l'irregolarità e la disparità di trattamento. Sostiene, pertanto: ''Stiamo rendendo i migranti il nostro capro espiatorio. Peccato che si tratti di persone e non di animali, a cui attribuiamo la colpa di tutto ciò che non va in Italia''. Quando parla di integrazione, al sociologo piace sottolineare che nella società odierna quest' ultima si traduce in una tendenza al plasmarsi di una ''società caleidoscopica ''.

'' […] Non sempre la diversità fa paura: ad alcuni piace così tanto che se la sposano''. Recitano i ragazzi dell'Oriani a chiusura della manifestazione, citando Allievi in coro, dopo aver reso il dibattito una viva e stimolante occasione per confrontarsi, crescere e superare gli stereotipi di una società timorosa.