Barche di Santa Maria: una tradizione che colora le vie del centro storico
Il presidente della ProLoco di Corato: “Le barchette connotano l’identità della nostra comunità”
mercoledì 14 agosto 2024
20.13
Pochi giorni fa l'accensione dei piccoli manufatti corredata da due esibizioni di artisti di strada, oggi le barche di Santa Maria abbracciano la chiesa Madre e le rendono omaggio con un mix di maestria artigiana e amore per il culto mariano.
Per conoscere la loro storia e le molteplici versioni in cui affondano le sue radici abbiamo chiesto al presidente della Pro loco di Corato, Gerardo Giuseppe Strippoli, di ripercorrere la loro storia fino alle novità di quest'anno.
Riguardo alle sue origini e alla datazione il presidente risponde così: "È una tradizione che si perde nel tempo, non abbiamo certezze sulla data d'inizio di questa meravigliosa pratica di arte povera".
Poi continua: "Sembra che derivi proprio dai tempi paleocristiani quando i cristiani, perseguitati dai romani, per riconoscersi tra di loro incidevano sullo stipite della porta una barca stilizzata che, sottolinea il presidente, se ci pensate bene non è altro che una croce stilizzata".
"In più, prosegue, Maria è considerata una traghettatrice di anime e mediatrice tra noi e Dio. Io credo che questa antica tradizione si possa spiegare in questa maniera, o almeno credo sia la più plausibile".
Ma accanto alla versione dell'età paleocristiana Strippoli ce ne ha svelate almeno altre due, anch'esse meritevoli di nota.
Nello specifico secondo alcuni la tradizione delle barchette mariane sarebbe legata ai ringraziamenti che erano soliti fare i pellegrini che si recavano nella Terra santa. Questi ultimi donavano un piccolo pensiero alla Madonna in segno di rispetto e ringraziamento per averli accompagnati in un viaggio andato a buon fine.
Invece, la terza versione richiamerebbe addirittura il periodo delle battaglie in mare che si tenevano durante le guerre sante.
Ma una domanda sorge spontanea a chi le osserva per la prima volta: perché proprio le barchette se a Corato non c'è il mare?
"È una tradizione che fa parte dell'identità culturale di Corato. È unica nel territorio e non ci sono altri luoghi in cui ci sono le barche di santa Maria. Va detto che Corato non è città marittima ma a pochi chilometri il mare c'è e poi, come spiegavo prima la barca richiama la croce stilizzata e quindi è un simbolo profondamente cristiano".
Perché sono uniche queste barchette?
"La loro particolarità è che sono manufatti costruiti con materiali molto poveri come canne e cartapesta o carta velina e nonostante questo sono davvero bellissime".
Alcune di queste sono numerate perché?
"Noi della Proloco per mantenere attiva la tradizione delle barchette mariane dal 1987 assieme al comune abbiamo indetto un concorso a premi per chi porta avanti la tradizione. Ogni anno partecipano associazioni, civili, dilettanti, artisti ed esercizi commerciali. Tutti si dedicano alla realizzazione di queste barchette e lo fanno non solo per il premio ma proprio per omaggiare la Madonna".
Qual è la novità di quest'anno?
"Le barchette a concorso di solito sono appese lungo il centro storico ma quest'anno la novità è che questi bellissimi manufatti sono situati su un percorso diverso".
Ci spieghi meglio
"Di solito le barche erano affisse per via Roma, che taglia a metà il centro storico, e via San Benedetto. Quest'anno invece proprio perché è dedicato al culto mariano abbiamo deciso di abbracciare simbolicamente la nostra chiesa madre che è dedicata all'assunta e quindi tutte le barche esposte a concorso circondano la chiesa Madre passando per via chiesa matrice e via gentile".
Ci sono però anche altre novità…
"Esatto l'altra novità di quest'anno è che il concorso e l'esposizione delle barche rientrano in una delle attività dell'infopoint dell'ufficio turistico che ha come obiettivo proprio quello di coinvolgere le nuove generazioni con attività manuali e laboratoriali".
In cosa consiste questa novità?
"Durante i laboratori piccoli e grandi sono stati accompagnati nella fase di apprendimento da anziani, artigiani e volontari. Questi ultimi poi hanno realizzato dei piccoli manufatti da portare a casa come ricordo. I passi per realizzare le barchette sono semplici e fatti da materiale povero, da noi messo a disposizione, e corredato da creatività".
Si tratta di un materiale povero che mira anche al recupero di ritagli, interazione tra generazioni distanti e la preziosa collaborazione di tanti anziani che sono andati nei campi appositamente per selezionare e recidere le canne che faranno da base per i manufatti.
Perché è importante portare avanti questa tradizione?
"È fondamentale perché va a connotare l'identità di una comunità e la va a identificare esclusivamente. Questa tradizione è solo di Corato e si parla di patrimonio materiale e immateriale".
Non solo, l'Unpli, unione nazionale delle Proloco d'Italia, ha messo in campo di recente un progetto, in accordo con il Ministero dei beni culturali, di censimento per patrimonio materiale e immateriale di ogni comunità a livello nazionale e, come sottolinea Strippoli, la Proloco di Corato farà in modo che la barca di santa Maria, assieme ad altri culti tipici del territorio, proprio per la sua specificità e valore rientri in questo progetto.
Per conoscere la loro storia e le molteplici versioni in cui affondano le sue radici abbiamo chiesto al presidente della Pro loco di Corato, Gerardo Giuseppe Strippoli, di ripercorrere la loro storia fino alle novità di quest'anno.
Riguardo alle sue origini e alla datazione il presidente risponde così: "È una tradizione che si perde nel tempo, non abbiamo certezze sulla data d'inizio di questa meravigliosa pratica di arte povera".
Poi continua: "Sembra che derivi proprio dai tempi paleocristiani quando i cristiani, perseguitati dai romani, per riconoscersi tra di loro incidevano sullo stipite della porta una barca stilizzata che, sottolinea il presidente, se ci pensate bene non è altro che una croce stilizzata".
"In più, prosegue, Maria è considerata una traghettatrice di anime e mediatrice tra noi e Dio. Io credo che questa antica tradizione si possa spiegare in questa maniera, o almeno credo sia la più plausibile".
Ma accanto alla versione dell'età paleocristiana Strippoli ce ne ha svelate almeno altre due, anch'esse meritevoli di nota.
Nello specifico secondo alcuni la tradizione delle barchette mariane sarebbe legata ai ringraziamenti che erano soliti fare i pellegrini che si recavano nella Terra santa. Questi ultimi donavano un piccolo pensiero alla Madonna in segno di rispetto e ringraziamento per averli accompagnati in un viaggio andato a buon fine.
Invece, la terza versione richiamerebbe addirittura il periodo delle battaglie in mare che si tenevano durante le guerre sante.
Ma una domanda sorge spontanea a chi le osserva per la prima volta: perché proprio le barchette se a Corato non c'è il mare?
"È una tradizione che fa parte dell'identità culturale di Corato. È unica nel territorio e non ci sono altri luoghi in cui ci sono le barche di santa Maria. Va detto che Corato non è città marittima ma a pochi chilometri il mare c'è e poi, come spiegavo prima la barca richiama la croce stilizzata e quindi è un simbolo profondamente cristiano".
Perché sono uniche queste barchette?
"La loro particolarità è che sono manufatti costruiti con materiali molto poveri come canne e cartapesta o carta velina e nonostante questo sono davvero bellissime".
Alcune di queste sono numerate perché?
"Noi della Proloco per mantenere attiva la tradizione delle barchette mariane dal 1987 assieme al comune abbiamo indetto un concorso a premi per chi porta avanti la tradizione. Ogni anno partecipano associazioni, civili, dilettanti, artisti ed esercizi commerciali. Tutti si dedicano alla realizzazione di queste barchette e lo fanno non solo per il premio ma proprio per omaggiare la Madonna".
Qual è la novità di quest'anno?
"Le barchette a concorso di solito sono appese lungo il centro storico ma quest'anno la novità è che questi bellissimi manufatti sono situati su un percorso diverso".
Ci spieghi meglio
"Di solito le barche erano affisse per via Roma, che taglia a metà il centro storico, e via San Benedetto. Quest'anno invece proprio perché è dedicato al culto mariano abbiamo deciso di abbracciare simbolicamente la nostra chiesa madre che è dedicata all'assunta e quindi tutte le barche esposte a concorso circondano la chiesa Madre passando per via chiesa matrice e via gentile".
Ci sono però anche altre novità…
"Esatto l'altra novità di quest'anno è che il concorso e l'esposizione delle barche rientrano in una delle attività dell'infopoint dell'ufficio turistico che ha come obiettivo proprio quello di coinvolgere le nuove generazioni con attività manuali e laboratoriali".
In cosa consiste questa novità?
"Durante i laboratori piccoli e grandi sono stati accompagnati nella fase di apprendimento da anziani, artigiani e volontari. Questi ultimi poi hanno realizzato dei piccoli manufatti da portare a casa come ricordo. I passi per realizzare le barchette sono semplici e fatti da materiale povero, da noi messo a disposizione, e corredato da creatività".
Si tratta di un materiale povero che mira anche al recupero di ritagli, interazione tra generazioni distanti e la preziosa collaborazione di tanti anziani che sono andati nei campi appositamente per selezionare e recidere le canne che faranno da base per i manufatti.
Perché è importante portare avanti questa tradizione?
"È fondamentale perché va a connotare l'identità di una comunità e la va a identificare esclusivamente. Questa tradizione è solo di Corato e si parla di patrimonio materiale e immateriale".
Non solo, l'Unpli, unione nazionale delle Proloco d'Italia, ha messo in campo di recente un progetto, in accordo con il Ministero dei beni culturali, di censimento per patrimonio materiale e immateriale di ogni comunità a livello nazionale e, come sottolinea Strippoli, la Proloco di Corato farà in modo che la barca di santa Maria, assieme ad altri culti tipici del territorio, proprio per la sua specificità e valore rientri in questo progetto.