Bambina morta al Di Venere, Conca annuncia esposto in Procura
Il consigliere regionale del M5S: «La politica non scarichi le colpe sui medici»
lunedì 24 aprile 2017
14.42
"Nessuno scarichi sui medici le responsabilità dei casi di malasanità pugliese. La tragedia della bambina coratina nata morta all'ospedale di Venere lo scorso 3 maggio perchè non c'era una sala operatoria disponibile in cui fare un cesareo d'urgenza è purtroppo il tragico emblema di storie che quotidianamente si ripetono nel nosocomio barese, purtroppo anche a causa del totale disinteresse della politica regionale." lo dichiara il consigliere regionale M5S Mario Conca che annuncia un esposto in Procura per "denunciare quanto avviene ogni volta che si verifica un'emergenza, nel reparto ostetricia del Di Venere".
Il consigliere cinquestelle evidenzia come sui media si sia dato grande risalto alla lite tra l'anestesista di ginecologia e il chirurgo che aveva già predisposto la sala operatoria di chirurgia generale per un'appendicectomia d'urgenza. Lite che ha portato a un ritardo di due ore nell'effettuare il cesareo, dal momento che la sala parto era già occupata e alla conseguente morte della piccola.
"Ieri nel programma "Le Iene" - prosegue Conca - è emersa solo una parte delle verità, purtroppo però non sono venute fuori le responsabilità politiche, quelle che hanno portato i due medici a dover discutere su chi dovesse essere operato per primo. Nessuno ha detto che una delle due sale del blocco operatorio al 4° Piano dedicate all'Ostetricia era chiusa per una presunta ristrutturazione. Nessuno ha detto che un mese dopo il tragico evento la sala è stata magicamente riaperta dopo aver, forse, sostituito il pavimento in gomma. Nessuno ha detto che dal 2011 è pronta la sala operatoria dedicata alla sala parto al 6° piano che non è mai stata aperta e avrebbe salvato la vita della bambina. Perché una Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) che catalizza le gravidanze a rischio di una provincia intera e conta all'incirca 1500 parti all'anno, non deve avere una équipe dedicata adiacente alla sala parto? Perché nessuno ha detto che l'organico è in continua emergenza perché mancano medici? Perchè nessuno ha detto che manca la gestione del rischio clinico ed una Governance in grado di far funzionare la macchina non dico nel migliore dei modi ma almeno non nel peggiore?"
"Questo tragico caso di cronaca è stato purtroppo solo la punta dell'iceberg e per questo presenterò un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare quanto avviene ogni giorno in ostetricia quando si verifica un'emergenza. Nelle more invito Emiliano, Ruscitti, Montanaro e l'intera commissione Sanità della Regione Puglia a fare una visita guidata dei luoghi per rendersi conto dello stato in cui gli operatori sanitari sono costretti ad operare e ad attivarsi ad horas per aprire la sala operatoria dell'unità di terapia intensiva neonatale. Il personale è ridotto non certo per colpa dei lavoratori. Sono stati assunti anestesisti ma la sala operatoria annessa alla sala parto non è stata ancora aperta, stiamo aspettando un'altra morte innocente? Se qualcuno ha deciso di chiudere il Di Venere, di spostare la UTIN al polo pediatrico che non ha idonea infrastruttura e di agevolare le strutture private circostanti, abbia il coraggio di dirlo chiaramente e la smetta di addossare la colpa ai medici che lavorano sotto stress e si fanno in quattro per evitare casi di malasanità. Con la vita dei pugliesi - conclude - non si può fare business e tanto meno si deve scherzare."
Il consigliere cinquestelle evidenzia come sui media si sia dato grande risalto alla lite tra l'anestesista di ginecologia e il chirurgo che aveva già predisposto la sala operatoria di chirurgia generale per un'appendicectomia d'urgenza. Lite che ha portato a un ritardo di due ore nell'effettuare il cesareo, dal momento che la sala parto era già occupata e alla conseguente morte della piccola.
"Ieri nel programma "Le Iene" - prosegue Conca - è emersa solo una parte delle verità, purtroppo però non sono venute fuori le responsabilità politiche, quelle che hanno portato i due medici a dover discutere su chi dovesse essere operato per primo. Nessuno ha detto che una delle due sale del blocco operatorio al 4° Piano dedicate all'Ostetricia era chiusa per una presunta ristrutturazione. Nessuno ha detto che un mese dopo il tragico evento la sala è stata magicamente riaperta dopo aver, forse, sostituito il pavimento in gomma. Nessuno ha detto che dal 2011 è pronta la sala operatoria dedicata alla sala parto al 6° piano che non è mai stata aperta e avrebbe salvato la vita della bambina. Perché una Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) che catalizza le gravidanze a rischio di una provincia intera e conta all'incirca 1500 parti all'anno, non deve avere una équipe dedicata adiacente alla sala parto? Perché nessuno ha detto che l'organico è in continua emergenza perché mancano medici? Perchè nessuno ha detto che manca la gestione del rischio clinico ed una Governance in grado di far funzionare la macchina non dico nel migliore dei modi ma almeno non nel peggiore?"
"Questo tragico caso di cronaca è stato purtroppo solo la punta dell'iceberg e per questo presenterò un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare quanto avviene ogni giorno in ostetricia quando si verifica un'emergenza. Nelle more invito Emiliano, Ruscitti, Montanaro e l'intera commissione Sanità della Regione Puglia a fare una visita guidata dei luoghi per rendersi conto dello stato in cui gli operatori sanitari sono costretti ad operare e ad attivarsi ad horas per aprire la sala operatoria dell'unità di terapia intensiva neonatale. Il personale è ridotto non certo per colpa dei lavoratori. Sono stati assunti anestesisti ma la sala operatoria annessa alla sala parto non è stata ancora aperta, stiamo aspettando un'altra morte innocente? Se qualcuno ha deciso di chiudere il Di Venere, di spostare la UTIN al polo pediatrico che non ha idonea infrastruttura e di agevolare le strutture private circostanti, abbia il coraggio di dirlo chiaramente e la smetta di addossare la colpa ai medici che lavorano sotto stress e si fanno in quattro per evitare casi di malasanità. Con la vita dei pugliesi - conclude - non si può fare business e tanto meno si deve scherzare."