Antonio Montrone racconta il suo "Momenti"
L'intervista esclusiva rilasciata al direttore Giuseppe Di Bisceglie
martedì 17 luglio 2018
16.36
Il fermento culturale che negli ultimi anni si va registrando nella nostra città è certamente degno di importante attenzione. Per la verità non sono mai mancate nella nostra città forme associative che tendessero a promuovere la cultura in tutte le sue forme, sviluppando anche interessanti iniziative che coinvolgono tutta quanta la città. Nell'ultimo periodo, però, grazie anche alle attività delle case editrici locali, è stato possibile apprezzare interessanti penne che si sono distinte nell'ambito della poesia e della letteratura in generale. Tra queste vi è quella di Antonio Montrone, eclettica figura che ha fatto della cultura e della sua promozione una ragione di vita. Regista teatrale, scrittore, poeta, attore oltre che instancabile organizzatore di occasioni che valorizzino la cultura, Antonio Montrone ha di recente pubblicato il suo nuovo libro, che si intitola "Momenti", edito dall'associazione FOS.
Un lavoro letterario di alto valore del quale abbiamo voluto parlare direttamente con l'autore in una intervista che, amichevolmente ed altrettanto gentilmente, ha concesso alla nostra testata.
Antonio Montrone, Presidente del Forum degli Autori di Corato, vice presidente del Piccolo Teatro di Canosa, attore, regista teatrale, autore di testi teatrali, poeta, scrittore, cos'altro aggiungere?
Caro Direttore, non sono i titoli che producono sostanza, ma la buona volontà e, soprattutto, la passione per l'arte e la cultura che ti portano a realizzare certi traguardi e ad ottenere alcuni incarichi.
Bene, ma io oggi vorrei parlare soprattutto di Antonio Montrone poeta e scrittore, con riferimento specifico al suo ultimo sforzo letterario. Parlo del tuo libro intitolato "MOMENTI", edito dalla FOS e in libreria da pochi mesi. A proposito di esso vorrei partire proprio dal titolo: perché "Momenti"?
Do per scontata la domanda che, in verità, mi viene posta in ogni occasione in cui presento questo libro e, in effetti, anticipando persino i tempi, la spiegazione l'ho fornita proprio nella presentazione contenuta nel volume. Ebbene il titolo vuole parallelizzarsi al sentimento, ai suoi momenti, alle sue sensazioni, alle sue incertezze e seppure in psicologia con tale termine ci si vuole riferire a uno stato d'animo di ordine cognitivo-affettivo che dura più a lungo delle emozioni e che presenta una minore prospettiva rispetto alle passioni, è pur vero che la definizione più profonda del sentimento risulta essere individuabile attraverso una lunga molteplicità di sensazioni.
Dunque, da quel che mi pare di capire, una sorta di coacervo di stati d'animo che vanno a intersecarsi durante il percorso della tua esistenza?
Vedi Direttore, sentimento è l'amore, ma lo sono anche l'odio, l'affetto, la stima, la simpatia, il disprezzo, la gioia, il dolore, la speranza, la rassegnazione. E così potrei continuare per non so ancora quanto. Quindi chi si accinge a trasferire sulla carta le proprie emozioni non può fare a meno di rimarcarle tutte e, a volte, persino facendole incrociare tra di esse.
Leggendo il tuo libro, rilevo che esso è suddiviso in due parti: la prima che contiene delle belle poesie e la seconda che racchiude una corrispondenza epistolare di una coppia. Come mai questa dicotomica scelta e soprattutto insolita rispetto a quanto generalmente si trova in libreria?
Mentirei se rispondessi dicendo che si sia trattato di una scelta ponderata; anche in questo caso è stato proprio il titolo ad offrirmi lo spunto per ripercorrere i miei stati d'animo su un doppio binario. Non vi è stata nessuna scelta ragionata o premeditata, solo che a un certo punto mi è venuto spontaneo, magari rifacendomi anche a qualche spunto riveniente dalla letteratura tradizionale, passare dai versi alla epistolarità.
Partiamo dunque dai versi: una quarantina di composizioni poetiche che spaziano dall'amore, al paesaggio, dalle tradizioni, al sociale; una complessità di elementi, ma quanto c'è del tuo vissuto in essi?
Io credo che in ogni componimento letterario, poetico o meno che dir si voglia, c'è sempre almeno un minimo di autobiografico ed è proprio da esso – credo – che chi scrive prenda spunto. Poi, in corso d'opera, il senso della realtà viene modificato dalla necessità poetica, dalla fantasia e, soprattutto, dal messaggio che si vuole lanciare e che si vuole possa restare nella memoria di chi ha letto.
Quindi rime e lettere d'amore: anche per le seconde valgono gli stessi principi ispiratori. Albert ed Elizabeth chi sono? Sono veramente esistiti e, soprattutto, Albert sei tu?
Albert ed Elizabeth sono due personaggi di fantasia, come di fantasia è la stessa ambientazione londinese in cui faccio risiedere lui, lasciando incompreso il luogo di residenza di lei, sebbene indicandolo come molto lontano dal luogo ove sia domiciliato Albert. Si tratta insomma di una corrispondenza epistolare tra due soggetti pervasi da un intenso amore che, per una serie di contingenti ragioni, non riescono a vivere la loro storia come vorrebbero.
Ho letto che la prefazione al tuo libro reca la illustre firmadella Professoressa Grazia Talia Calvi, posso chiederti le ragioni di tale scelta, per altro eccellente?
Non si è trattato certamente di una casualità. Grazia Talia, vedova del compianto Prof. Domenico Calvi, è stata la mia insegnante di lettere nel biennio del ginnasio. Da lei ho appreso l'amore per il mondo classico e la passione per lo scrivere. E' stata per me, da sempre, un forte punto di riferimento e, ancora oggi, sono solito frequentarla e confrontarmi con lei. L'ultimo nostro incontro che risale a non molto tempo addietro, ci ha tenuti a chiacchierare di Epicuro per quasi tre ore. E' una donna eccezionale dalla cultura e dalla lucidità spaventose nonostante l'età avanzata.
Un'ultima domanda: progetti per il futuro?
Tanti, caro Direttore, davvero tanti. In cantiere avrei tre lavori teatrali per la prossima stagione, una serie di eventi con il Forum degli Autori e ho iniziato a porre mano a tre nuove pubblicazioni: un libro di poesie, uno di racconti e un romanzo. In tutta sincerità non saprei proprio dirti quando potrò farcela a pubblicare ogni lavoro, anche perché, nel frattempo e per non farmi mancare nulla, ho accettato un incarico da una scuola media di Andria che mi vedrà impegnato nella creazione di un testo teatrale che dovrà andare in scena nel prossimo periodo natalizio e che avrà le caratteristiche di un musical per ragazzi.
Credo, per concludere, che si possa dire che Antonio Montrone costituisca una importante risorsa per la ulteriore crescita culturale della nostra città, non a caso a pioggia gli sono arrivati premi, riconoscimenti e onorificenze di diverse tipologie, non ultima quella di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana proprio per i suoi meriti artistici e culturali, nonché per il suo impegno nel sociale, senza dimenticare che, proprio due mesi addietro, è stato componente di giuria per il prestigioso premio "Lucio Anneo Seneca", edizione 2018. Cos'altro dobbiamo aspettarci, Antonio, cosa vedi all'orizzonte?
Non sono i premi e i riconoscimenti che mi interessano; certamente essi fanno piacere, ma non è per essi che impegno faticosamente il mio tempo e le mie risorse. Lo faccio perché soltanto spero di poter costituire, col mio lavoro, una piccolissima goccia nell'oceano della cultura del nostro territorio.
Grazie, Antonio, e ad maiora!
Un lavoro letterario di alto valore del quale abbiamo voluto parlare direttamente con l'autore in una intervista che, amichevolmente ed altrettanto gentilmente, ha concesso alla nostra testata.
Antonio Montrone, Presidente del Forum degli Autori di Corato, vice presidente del Piccolo Teatro di Canosa, attore, regista teatrale, autore di testi teatrali, poeta, scrittore, cos'altro aggiungere?
Caro Direttore, non sono i titoli che producono sostanza, ma la buona volontà e, soprattutto, la passione per l'arte e la cultura che ti portano a realizzare certi traguardi e ad ottenere alcuni incarichi.
Bene, ma io oggi vorrei parlare soprattutto di Antonio Montrone poeta e scrittore, con riferimento specifico al suo ultimo sforzo letterario. Parlo del tuo libro intitolato "MOMENTI", edito dalla FOS e in libreria da pochi mesi. A proposito di esso vorrei partire proprio dal titolo: perché "Momenti"?
Do per scontata la domanda che, in verità, mi viene posta in ogni occasione in cui presento questo libro e, in effetti, anticipando persino i tempi, la spiegazione l'ho fornita proprio nella presentazione contenuta nel volume. Ebbene il titolo vuole parallelizzarsi al sentimento, ai suoi momenti, alle sue sensazioni, alle sue incertezze e seppure in psicologia con tale termine ci si vuole riferire a uno stato d'animo di ordine cognitivo-affettivo che dura più a lungo delle emozioni e che presenta una minore prospettiva rispetto alle passioni, è pur vero che la definizione più profonda del sentimento risulta essere individuabile attraverso una lunga molteplicità di sensazioni.
Dunque, da quel che mi pare di capire, una sorta di coacervo di stati d'animo che vanno a intersecarsi durante il percorso della tua esistenza?
Vedi Direttore, sentimento è l'amore, ma lo sono anche l'odio, l'affetto, la stima, la simpatia, il disprezzo, la gioia, il dolore, la speranza, la rassegnazione. E così potrei continuare per non so ancora quanto. Quindi chi si accinge a trasferire sulla carta le proprie emozioni non può fare a meno di rimarcarle tutte e, a volte, persino facendole incrociare tra di esse.
Leggendo il tuo libro, rilevo che esso è suddiviso in due parti: la prima che contiene delle belle poesie e la seconda che racchiude una corrispondenza epistolare di una coppia. Come mai questa dicotomica scelta e soprattutto insolita rispetto a quanto generalmente si trova in libreria?
Mentirei se rispondessi dicendo che si sia trattato di una scelta ponderata; anche in questo caso è stato proprio il titolo ad offrirmi lo spunto per ripercorrere i miei stati d'animo su un doppio binario. Non vi è stata nessuna scelta ragionata o premeditata, solo che a un certo punto mi è venuto spontaneo, magari rifacendomi anche a qualche spunto riveniente dalla letteratura tradizionale, passare dai versi alla epistolarità.
Partiamo dunque dai versi: una quarantina di composizioni poetiche che spaziano dall'amore, al paesaggio, dalle tradizioni, al sociale; una complessità di elementi, ma quanto c'è del tuo vissuto in essi?
Io credo che in ogni componimento letterario, poetico o meno che dir si voglia, c'è sempre almeno un minimo di autobiografico ed è proprio da esso – credo – che chi scrive prenda spunto. Poi, in corso d'opera, il senso della realtà viene modificato dalla necessità poetica, dalla fantasia e, soprattutto, dal messaggio che si vuole lanciare e che si vuole possa restare nella memoria di chi ha letto.
Quindi rime e lettere d'amore: anche per le seconde valgono gli stessi principi ispiratori. Albert ed Elizabeth chi sono? Sono veramente esistiti e, soprattutto, Albert sei tu?
Albert ed Elizabeth sono due personaggi di fantasia, come di fantasia è la stessa ambientazione londinese in cui faccio risiedere lui, lasciando incompreso il luogo di residenza di lei, sebbene indicandolo come molto lontano dal luogo ove sia domiciliato Albert. Si tratta insomma di una corrispondenza epistolare tra due soggetti pervasi da un intenso amore che, per una serie di contingenti ragioni, non riescono a vivere la loro storia come vorrebbero.
Ho letto che la prefazione al tuo libro reca la illustre firmadella Professoressa Grazia Talia Calvi, posso chiederti le ragioni di tale scelta, per altro eccellente?
Non si è trattato certamente di una casualità. Grazia Talia, vedova del compianto Prof. Domenico Calvi, è stata la mia insegnante di lettere nel biennio del ginnasio. Da lei ho appreso l'amore per il mondo classico e la passione per lo scrivere. E' stata per me, da sempre, un forte punto di riferimento e, ancora oggi, sono solito frequentarla e confrontarmi con lei. L'ultimo nostro incontro che risale a non molto tempo addietro, ci ha tenuti a chiacchierare di Epicuro per quasi tre ore. E' una donna eccezionale dalla cultura e dalla lucidità spaventose nonostante l'età avanzata.
Un'ultima domanda: progetti per il futuro?
Tanti, caro Direttore, davvero tanti. In cantiere avrei tre lavori teatrali per la prossima stagione, una serie di eventi con il Forum degli Autori e ho iniziato a porre mano a tre nuove pubblicazioni: un libro di poesie, uno di racconti e un romanzo. In tutta sincerità non saprei proprio dirti quando potrò farcela a pubblicare ogni lavoro, anche perché, nel frattempo e per non farmi mancare nulla, ho accettato un incarico da una scuola media di Andria che mi vedrà impegnato nella creazione di un testo teatrale che dovrà andare in scena nel prossimo periodo natalizio e che avrà le caratteristiche di un musical per ragazzi.
Credo, per concludere, che si possa dire che Antonio Montrone costituisca una importante risorsa per la ulteriore crescita culturale della nostra città, non a caso a pioggia gli sono arrivati premi, riconoscimenti e onorificenze di diverse tipologie, non ultima quella di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana proprio per i suoi meriti artistici e culturali, nonché per il suo impegno nel sociale, senza dimenticare che, proprio due mesi addietro, è stato componente di giuria per il prestigioso premio "Lucio Anneo Seneca", edizione 2018. Cos'altro dobbiamo aspettarci, Antonio, cosa vedi all'orizzonte?
Non sono i premi e i riconoscimenti che mi interessano; certamente essi fanno piacere, ma non è per essi che impegno faticosamente il mio tempo e le mie risorse. Lo faccio perché soltanto spero di poter costituire, col mio lavoro, una piccolissima goccia nell'oceano della cultura del nostro territorio.
Grazie, Antonio, e ad maiora!