Agricoltori partecipi alla scelte del Parco dell'alta Murgia
Verso una legge di riforma in materia di parchi
giovedì 22 giugno 2017
1.19
La legge di riforma in materia di parchi rappresenta una tappa fondamentale per restituire ruolo e reputazione ad organismi in grado di promuovere progetti innovativi basati sulla collaborazione tra imprese e luoghi in vista di uno sviluppo locale sostenibile. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento all'approvazione da parte dell'aula della Camera del cosiddetto DdL Parchi che reca nuove disposizioni in materia di aree protette, dopo l'ampio esame della Commissione Ambiente, presieduta dall'onorevole Ermete Realacci.
"Auspichiamo un passaggio veloce al Senato dove il testo del DdL è atteso per la terza lettura, per arrivare al più presto all'approvazione definitiva. Le novità introdotte andranno immediatamente declinate sul territorio – commenta il Delegato confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti – a partire proprio dal Parco nazionale dell'Alta Murgia, dove le attività agroalimentari possono considerarsi tra quelle di maggiore rilevanza economica dell'area distrettuale murgiana che abbraccia la Puglia e la Basilicata. E' concentrato nell'area distrettuale pugliese il 31,6% degli addetti alle imprese lattiero-casearie della Puglia e in quella materana il 21,7% di quelli lucani. Lungo la filiera agroalimentare operano 6.298 agricole, 127 di trasformazione, mentre gli addetti sono valutabili in circa 5000 unità, di cui 3000 circa operano nelle fasi agricole, 1000 nella fase industriale e 1000 nella fase terziaria della filiera lattiero-casearia. Si tratta evidentemente di una realtà economica di grande rilevanza – conclude Corsetti - che ha bisogno di essere adeguatamente rappresentata in seno agli organi di gestione del Parco dell'Alta Murgia".
Particolare valore - sottolinea Coldiretti - è da riconoscere alla partecipazione degli agricoltori nei consigli di gestione delle aree protette in vista di superare la marginalità e integrare i parchi nel complessivo sistema istituzionale garantendo il necessario consenso sociale. Soprattutto - precisa la Coldiretti - si afferma l'orgoglio di vivere nei parchi da parte degli agricoltori residenti nella convinzione, fatta propria dalla proposta di legge, che solo un'agricoltura che produce fa bene all'ambiente".
"La discussione circa la governance del Parco dell'Alta Murgia – aggiunge Marino Pilati, Direttore di Coldiretti Bari - non può prescindere dalla linea d'indirizzo nazionale che mira a garantire il necessario punto di mediazione tra le attività antropiche, quali agricoltura, pastorizia, allevamenti e le funzioni di tutela e preservazione dell'ambiente. Sono passati 24 anni da quando si iniziò a parlare della istituzione del Parco dell'Alta Murgia e sin da subito Coldiretti chiese con forza che fosse creato uno strumento in 'equilibrio costruttivo' con il mondo economico e sociale dell'area, in grado di migliorare realmente la salubrità della vita e dell'ambiente e promuovere, al contempo, le pratiche agrarie caratteristiche dell'area".
Finalmente, trascorsi 25 anni dall'originario testo i parchi hanno anche una precisa missione di scopo – conclude Coldiretti - quella di diventare laboratori di sviluppo della multifunzionalità agricola e di rendere protagoniste le collettività residenti.
"Auspichiamo un passaggio veloce al Senato dove il testo del DdL è atteso per la terza lettura, per arrivare al più presto all'approvazione definitiva. Le novità introdotte andranno immediatamente declinate sul territorio – commenta il Delegato confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti – a partire proprio dal Parco nazionale dell'Alta Murgia, dove le attività agroalimentari possono considerarsi tra quelle di maggiore rilevanza economica dell'area distrettuale murgiana che abbraccia la Puglia e la Basilicata. E' concentrato nell'area distrettuale pugliese il 31,6% degli addetti alle imprese lattiero-casearie della Puglia e in quella materana il 21,7% di quelli lucani. Lungo la filiera agroalimentare operano 6.298 agricole, 127 di trasformazione, mentre gli addetti sono valutabili in circa 5000 unità, di cui 3000 circa operano nelle fasi agricole, 1000 nella fase industriale e 1000 nella fase terziaria della filiera lattiero-casearia. Si tratta evidentemente di una realtà economica di grande rilevanza – conclude Corsetti - che ha bisogno di essere adeguatamente rappresentata in seno agli organi di gestione del Parco dell'Alta Murgia".
Particolare valore - sottolinea Coldiretti - è da riconoscere alla partecipazione degli agricoltori nei consigli di gestione delle aree protette in vista di superare la marginalità e integrare i parchi nel complessivo sistema istituzionale garantendo il necessario consenso sociale. Soprattutto - precisa la Coldiretti - si afferma l'orgoglio di vivere nei parchi da parte degli agricoltori residenti nella convinzione, fatta propria dalla proposta di legge, che solo un'agricoltura che produce fa bene all'ambiente".
"La discussione circa la governance del Parco dell'Alta Murgia – aggiunge Marino Pilati, Direttore di Coldiretti Bari - non può prescindere dalla linea d'indirizzo nazionale che mira a garantire il necessario punto di mediazione tra le attività antropiche, quali agricoltura, pastorizia, allevamenti e le funzioni di tutela e preservazione dell'ambiente. Sono passati 24 anni da quando si iniziò a parlare della istituzione del Parco dell'Alta Murgia e sin da subito Coldiretti chiese con forza che fosse creato uno strumento in 'equilibrio costruttivo' con il mondo economico e sociale dell'area, in grado di migliorare realmente la salubrità della vita e dell'ambiente e promuovere, al contempo, le pratiche agrarie caratteristiche dell'area".
Finalmente, trascorsi 25 anni dall'originario testo i parchi hanno anche una precisa missione di scopo – conclude Coldiretti - quella di diventare laboratori di sviluppo della multifunzionalità agricola e di rendere protagoniste le collettività residenti.