Agguato in via Salvi, si aggrava il bilancio: un morto e un ferito
La vittima, Nicola Manzi, aveva 50 anni. Ferito anche il fratello Michele, di 41 anni: è ricoverato in ospedale
lunedì 16 dicembre 2024
19.05
Un vero e proprio agguato. Nicola Manzi, 50 anni, si trovava sotto casa, in via Salvi, in periferia, in compagnia della moglie e di suo fratello Michele, 41enne. Una auto con a bordo due, forse tre persone è comparsa, all'improvviso, nella zona e dall'interno qualcuno ha cominciato a sparare. È il film dell'omicidio di Corato.
Diversi i colpi di pistola esplosi, alcuni dei quali hanno colpito il corpo dell'uomo (nome noto alle forze dell'ordine, con vari precedenti) che si è subito accasciato al suolo, colpito mortalmente. Si pensa che a sparare siano state almeno due persone. Le esplosioni hanno creato panico tra i residenti di quel rione periferico e popolare che si sono affacciati dai balconi e dalle finestre per vedere cosa stesse accadendo. Alla loro vista s'è presentata l'immagine del 50enne agonizzante.
Tempestivo l'arrivo di due ambulanze del 118 intervenute dal vicino ospedale Umberto I di via Ruvo. Il personale medico e sanitario ha cercato in tutti i modi di rianimare l'uomo nel tentativo di mantenerlo in vita, ma i proiettili hanno danneggiato organi vitali e per lui non c'è stato nulla da fare. La donna, fortunatamente, è riuscita a mettersi in salvo rimanendo illesa dall'imboscata dei proiettili, mentre il fratello della vittima è rimasto ferito e s'è diretto autonomamente in ospedale.
L'uomo, con l'aiuto da un conoscente che lo ha accompagnato, è arrivato al pronto soccorso, dove ha ricevuto immediatamente le prime cure: le gravi condizioni riportate, soprattutto, alle gambe colpite dai proiettile, oltre ad altri ematomi e lividi molto meno preoccupanti, hanno reso necessario il successivo trasferimento al presidio sanitario del Di Venere di Carbonara nel reparto di Neurochirurgia. Sul posto, intanto, sono arrivati i Carabinieri, la Polizia di Stato e la Polizia Locale.
I militari della Stazione di Corato, insieme ai colleghi della Compagnia di Molfetta e ai poliziotti del Commissariato di P.S., sono intervenuti per chiudere la zona al traffico e per iniziare a effettuare i primi rilievi del caso partendo dalla individuazione e dal recupero dei bossoli rinvenuti per terra ed analizzati dagli specialisti della Sezione Investigazioni Scientifiche. Gli investigatori, sin da subito hanno raccolto le testimonianze dei residenti e in particolare di alcuni testimoni oculari.
Gli inquirenti hanno ascoltato, anche, la donna sopravvissuta ai proiettili e si sono concentrati sulla presenza di alcune telecamere di videosorveglianza presenti nell'area, i cui filmati sono stati acquisiti per essere visionati al fine di provare a ricostruire con maggiore precisione la dinamica del crudele episodio di sangue.
Diversi i colpi di pistola esplosi, alcuni dei quali hanno colpito il corpo dell'uomo (nome noto alle forze dell'ordine, con vari precedenti) che si è subito accasciato al suolo, colpito mortalmente. Si pensa che a sparare siano state almeno due persone. Le esplosioni hanno creato panico tra i residenti di quel rione periferico e popolare che si sono affacciati dai balconi e dalle finestre per vedere cosa stesse accadendo. Alla loro vista s'è presentata l'immagine del 50enne agonizzante.
Tempestivo l'arrivo di due ambulanze del 118 intervenute dal vicino ospedale Umberto I di via Ruvo. Il personale medico e sanitario ha cercato in tutti i modi di rianimare l'uomo nel tentativo di mantenerlo in vita, ma i proiettili hanno danneggiato organi vitali e per lui non c'è stato nulla da fare. La donna, fortunatamente, è riuscita a mettersi in salvo rimanendo illesa dall'imboscata dei proiettili, mentre il fratello della vittima è rimasto ferito e s'è diretto autonomamente in ospedale.
L'uomo, con l'aiuto da un conoscente che lo ha accompagnato, è arrivato al pronto soccorso, dove ha ricevuto immediatamente le prime cure: le gravi condizioni riportate, soprattutto, alle gambe colpite dai proiettile, oltre ad altri ematomi e lividi molto meno preoccupanti, hanno reso necessario il successivo trasferimento al presidio sanitario del Di Venere di Carbonara nel reparto di Neurochirurgia. Sul posto, intanto, sono arrivati i Carabinieri, la Polizia di Stato e la Polizia Locale.
I militari della Stazione di Corato, insieme ai colleghi della Compagnia di Molfetta e ai poliziotti del Commissariato di P.S., sono intervenuti per chiudere la zona al traffico e per iniziare a effettuare i primi rilievi del caso partendo dalla individuazione e dal recupero dei bossoli rinvenuti per terra ed analizzati dagli specialisti della Sezione Investigazioni Scientifiche. Gli investigatori, sin da subito hanno raccolto le testimonianze dei residenti e in particolare di alcuni testimoni oculari.
Gli inquirenti hanno ascoltato, anche, la donna sopravvissuta ai proiettili e si sono concentrati sulla presenza di alcune telecamere di videosorveglianza presenti nell'area, i cui filmati sono stati acquisiti per essere visionati al fine di provare a ricostruire con maggiore precisione la dinamica del crudele episodio di sangue.