12 luglio, Anna Aloysi: “Mia sorella, riconosciuta da una collanina”
A raccontare quel tragico giorno la sorella di Maria, una vittima dell’incidente ferroviario
mercoledì 12 luglio 2017
8.50
"Non passa giorno in cui non mi fermo a pensare a lei, a ricordare i momenti vissuti insieme, a ricordare quando era ancora viva", racconta Anna Aloysi, sorella di Maria, che il 12 luglio 2016 aveva preso proprio quel treno che alle 11.06 pose fine alle vite di 23 passeggeri sulla tratta da Andria a Corato.
"Queste foto le porto sempre con me –continua Anna–, sono quelle che ci ritraggono insieme nelle tappe più importanti delle nostre vite, riportando alla mente le chiacchierate, le risate, anche le litigate, come capita tra sorelle, tutto come se stesse ancora accadendo. E invece no, perchè Maria era su quel treno e non è più tornata a casa, nonostante quel bacio e quel Ci vediamo dopo! con cui aveva salutato mio padre.
Di quel tragico giorno ricordo la ricerca forsennata tra il Palazzetto, le telefonate all'ospedale e alla Questura. Nessuno sapeva dirci niente e a darci la brutta notizia sono stati i giornalisti e la televisione. A riconoscerla è stata suo marito attraverso una collanina con il suo nome.
Smettere di soffrire per la scomparsa di un caro non è mai possibile, ma ci daremo pace quando sarà fatta giustizia", conclude Anna.
"Queste foto le porto sempre con me –continua Anna–, sono quelle che ci ritraggono insieme nelle tappe più importanti delle nostre vite, riportando alla mente le chiacchierate, le risate, anche le litigate, come capita tra sorelle, tutto come se stesse ancora accadendo. E invece no, perchè Maria era su quel treno e non è più tornata a casa, nonostante quel bacio e quel Ci vediamo dopo! con cui aveva salutato mio padre.
Di quel tragico giorno ricordo la ricerca forsennata tra il Palazzetto, le telefonate all'ospedale e alla Questura. Nessuno sapeva dirci niente e a darci la brutta notizia sono stati i giornalisti e la televisione. A riconoscerla è stata suo marito attraverso una collanina con il suo nome.
Smettere di soffrire per la scomparsa di un caro non è mai possibile, ma ci daremo pace quando sarà fatta giustizia", conclude Anna.